Accordo di Prespa tra Grecia e Macedonia. Cosa succede ora

Cosa succede dopo la conclusione delle ratifiche parlamentari dell’Accordo di Prespa: Gli step nazionali e sovranazionali.

di Daniela Sansone

 

Ottenuta l’approvazione della ratifica da parte dei Parlamenti Greco e Macedone, l’accordo di Prespa deve integrare ulteriori passaggi sia a livello domestico che sovranazionale.

Oggi il Presidente della Repubblica greca Prokopis Pavlopoulos, ha provveduto già a firmare l’accordo e con la sua contestuale pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Ellenica, diventerà legge dello Stato. La Grecia informerà la Macedonia con una nota verbale che il Parlamento greco ha provveduto a ratificare l’accordo. Questo per quanto concerne il livello statale. Successivamente, si apre la procedura a livello internazionale.

Concluse le formalità di ordine domestico, le organizzazioni internazionali, in particolare le Nazioni Unite, sotto l’egida delle quali sono intercorse le trattative tra Atene e Skopje, verranno informate della conclusione dei passaggi in seno ai Parlamenti interessati. Il protocollo di accoglienza della Macedonia alla NATO dovrà quindi arrivare al Parlamento greco e l’obiettivo di Atene sarà di ratificarlo entro la primavera.

Già dal mese di luglio 2018, Skopje è stata invitata a iniziare il processo di adesione alla NATO. Una volta che il Protocollo di ammissione alla NATO verrà ratificato, l’Accordo di Prespa e le modifiche costituzionali della Macedonia verranno irrevocabilmente applicate. Da quel momento, il paese sarà ufficialmente chiamato “Repubblica della Macedonia del Nord” nelle sue relazioni bilaterali e sarà riconosciuto come tale dai paesi e dalle organizzazioni internazionali.

Cambieranno anche le relazioni diplomatiche tra Grecia e Macedonia. Ad Atene verrà istituita un’ambasciata della Repubblica della Macedonia del Nord e a Salonicco verrà aperto un consolato generale, mentre nella Repubblica del Nord Macedonia, precisamente a Skopije ci sarà un’ambasciata greca e un consolato generale a Bitola. L’attuazione dell’accordo porterà modifiche a tutti i documenti pubblici macedoni. I documenti ufficiali per uso internazionale e quelli interni destinati ad uso internazionale dovrebbero cambiare il nome in “Repubblica della Macedonia del Nord” entro cinque anni dall’entrata in vigore dell’accordo.
I documenti interni saranno seguiti da un altro processo direttamente collegato ai negoziati di adesione della Macedonia all’UE. In particolare, ogni volta che un capitolo viene aperto per la negoziazione, ad esempio “Capitolo 30-Relazioni esterne”, decorrerà il termine di cinque anni per la modifica dei documenti relativi a questo capitolo.

Non appena inizierà l’attuazione dell’accordo, alla Macedonia sarà concesso un periodo di sei mesi per smettere di usare simboli dell’antica eredità culturale greca, come l’antica Grecia, il sole di Vergina. Allo stesso tempo, verrà ritirata una delle bandiere originali della Macedonia, che non è ufficiale ma viene utilizzata in vari luoghi e che porta la raffigurazione del sole di Vergina.

Sarà istituito un comitato speciale per esaminare quali riferimenti irredentisti dovrebbero essere rimossi dai testi scolastici. In campo commerciale, si cercherà di proteggere i marchi della Macedonia da parte delle imprese greche. La Grecia ha giù aderito al Regolamento del 1993 che permette di ottenere un marchio unico, unitariamente riconosciuto e tutelato nel territorio dell’UE. I prodotti di denominazione d’origine (DOP) e prodotti di indicazione geografica (IGP) con riferimento alla Macedonia non verranno contestati. Tuttavia, verrà avviata una procedura per l’adeguata registrazione dei marchi commerciali a livello nazionale e internazionale. Questo passaggio dovrà essere assolto anche dalle aziende macedoni.