La dimensione europea del coronavirus e le mezze misure dell’Eurogruppo

Con lo scoppio dell’epidemia del coronavirus l’UE ha dovuto affrontare una grave crisi. Un’altra crisi ancora. È indicativo che ci siano voluti tre giorni di consultazioni su come affrontare la crisi del coronavirus e le sue conseguenze economiche e sociali per consentire all’Eurogruppo, l’organismo più “opaco” dell’Eurozona, di presentare una serie di proposte che non solo non affrontano il problema, ma che in realtà feriscono la fiducia e affidabilità dell’UE.

di Dimitris Papadimoulis*

In un momento in cui l’intera Europa piange quotidianamente migliaia di vittime e milioni di lavoratori stanno perdendo il lavoro, i ritardi e la chiara mancanza di strategia e di solidarietà tra gli Stati membri sollevano importanti interrogativi sul futuro dell’UE.

 

Effetti asimmetrici che aumenteranno le disuguaglianze

Allo stesso tempo, le dichiarazioni dei funzionari europei dimostrano la comprensione della portata gigantesca della sfida che dovremo affrontare per un lungo periodo, quando verrà il momento delle risoluzioni con una UE che sembra intrappolata nelle sue strutture anelastiche e gli Stati membri nelle loro priorità etnocentriche.

Le istituzioni europee colgono anche che questa crisi esogena colpisce tutti gli Stati e che ha effetti asimmetrici che aumenteranno le disparità regionali e sociali con conseguenze estremamente negative per la coesione del mercato unico e della zona euro. È chiaro a tutti che sono necessarie misure immediate e senza precedenti, con una maggiore flessibilità e, in alcuni casi, al di fuori del rigoroso quadro europeo di governance.

Nonostante abbiano contezza della situazione, l’ultimo Eurogruppo svoltosi il 9 aprile ha proposto una serie di misure inadeguate e poco chiare, trasferendo in sostanza la responsabilità delle decisioni più importanti al prossimo vertice europeo.

 

Insufficienti i 500 miliardi dell’Eurogruppo

Il pacchetto totale delle proposte, che mira a sostenere i lavoratori, le imprese e gli Stati membri, è stato fissato a mezzo trilione, un importo che è considerato – ed è – completamente inadeguato.

L’idea di una linea di credito non è ovviamente la migliore, la gamma delle azioni per gli Stati è limitata, ci sono molti e opachi impegni per il finanziamento del MES, limitati al 2% e essenzialmente solo per le spese legate alla salute (e non per la ripresa economica e la coesione sociale), mentre ritorna in modo dinamico la logica dei memorandum di sorveglianza e di controllo di ispirazione tedesca. Cosi, invece degli Eurobond, si propone di creare un Fondo di Recupero temporaneo – e completamente indefinito – che il prossimo Consiglio Europeo e il prossimo vertice dovrà chiarire come funzionerà e cosa conterrà. L’esperienza ha dimostrato che le decisioni del vertice sono ancora più conservatrici e fobiche …

In questo ambiente incerto e cupo, le forze di sinistra e le forze progressiste e democratiche devono intensificare gli sforzi per soluzioni europee comuni e il radicale miglioramento di queste misure proposte. Ad esempio, il SURE, il nuovo strumento finanziario di 100 miliardi volto a sostenere temporaneamente e mitigare il rischio della disoccupazione in caso di emergenza, sotto forma di prestiti a condizioni di finanziamento favorevoli, va verso la giusta direzione, ma dovrebbe, avere un tasso di interesse pari a zero e il suo utilizzo presupporre il mantenimento, se non il miglioramento, dei diritti dei lavoratori e dei salari.

 

Fondo europeo di garanzia

Dobbiamo anche esaminare le migliori modalità di utilizzo dei vari programmi attraverso la creazione del Fondo di garanzia da 200 miliardi di euro da parte della BEI e la flessibilità proposta nelle sovvenzioni governative. L’uso corretto, trasparente e produttivo dei fondi è un prerequisito per il successo di questo Fondo.

– Dobbiamo fare pressione per aumentare il pacchetto di sostegno temporaneo/immediato nella crisi della pandemia, oltre gli 240 miliardi e il 2%, nonché spingere per rispettare il termine di due settimane.

– Esaminare l’ulteriore flessibilità della linea di credito precauzionale esistente ECCL e determinare con precisione la flessibilità esistente, cosa che non esiste oggi.

– Consentire l’uso dei fondi per obiettivi di ripresa economica e coesione sociale, oltre a quelli – pure necessari – dell’assistenza sanitaria e della cura.

– Dobbiamo evitare nuovi quadri soffocanti di controllo e supervisione che richiamano ai memorandum.

– Non dobbiamo abbandonare la soluzione dell’emissione di Eurobonds. Dobbiamo continuare a spingere per la loro istituzione al vertice. Gli Eurobonds possono rendere il Recovery Found davvero efficace per tutti i paesi nel lungo periodo. Di conseguenza, anche la questione del debito dovrebbe essere sollevata immediatamente, poiché i paesi ad alto debito come l’Italia e la Grecia si troveranno in una posizione peggiore dopo la crisi.

Infine, dobbiamo convincere la Commissione a presentare una nuova proposta per il bilancio dell’UE. A fine d’aprile. Con un bilancio europeo drasticamente rafforzato, che terrà conto dei nuovi dati sfavorevoli, una proposta di coesione sociale e regionale, sviluppo sostenibile, tecnologia, Sanità e Istruzione pubblica,lotta contro l’aumento della disoccupazione e della povertà, invece di dare la priorità all’aumento delle spese militari.

 

SYRIZA e le forze progressiste

Queste sono battaglie politiche che devono essere combattute immediatamente, con coraggio, con realismo e con la cooperazione delle più ampie alleanze progressiste. SYRIZA ha formulato proposte chiare sia per l’interno del paese che per l’Unione europea nel suo insieme e sta sviluppando iniziative in questa direzione nella comunicazione con forze progressiste più ampie, a livello nazionale ed europeo.

La crisi ha dimostrato il fallimento delle politiche neoliberiste esistenti e la necessità di nuovi strumenti e quadri di governance europei. Il dibattito per una politica sanitaria europea comune e la sostituzione del Patto di stabilità con un nuovo patto per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione deve iniziare immediatamente.

La lotta continua.

 

* Dimitris Papadimoulis è vicepresidente del Parlamento europeo e capo dell’Eurogruppo SYRIZA – Alleanza Progressista. Le sue considerazioni sono state pubblicate nel quotidiano di SYRIZA “Avgi” domenica 19 aprile 2020. Traduzione in italiano a cura di  Argiris Panagopoulos