Sulla base di cosa, l’Europa definisce Maduro un dittatore?

E’ l’8 Giugno 2016, il Parlamento Europeo si appresta ad approvare una Risoluzione sulla situazione del Venezuela che, nonostante le sfumature del linguaggio diplomatico, è decisamente ostile verso il Governo chavista di Nicolas Maduro.

di Leopoldo Salmaso – Pressenza

Tale risoluzione elenca, in premessa, una serie di documenti su cui essa si basa. Oltre a documenti interni, ovviamente concordi, vengono elencate alcune fonti esterne, e precisamente:

– Una dichiarazione dell’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’ONU sulla detenzione prolungata di manifestanti fra cui il leader Leopoldo Lopez (terrorista o patriota? vedere BBCWashington PostForeignPolicyFrance24Venezuelanalysis);

– Una lettera (link fornito direttamente nella risoluzione EU) datata 16/5/2016. Lettera scritta da Human Rights Watch a Luis Almagro, Segretario Generale dell’OSA (Organizzazione degli Stati Americani). Secondo non pochi osservatori, sarebbe la lettera che un burattino di Washington scrive a una marionetta di Washington.

– Una “dichiarazione del Consiglio permanente dell’OSA, del 18 maggio 2016”. Secondo i medesimi osservatori, sarebbe la dichiarazione della marionetta di cui sopra, priva di link, e non reperibile nel sito ufficiale dell’OSA (eppure la burocrazia europea ha fama di efficienza);

– Un comunicato ufficiale di UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane), in data 23/5/16 (non sbilanciato né pro né contro Maduro);

– Un comunicato ufficiale di UNASUR, in data 28/5/16 (non sbilanciato né pro né contro Maduro);

– La Dichiarazione del 27/5/16 da parte dei G7 (cioè: da parte di chi stava affamando il Venezuela con sanzioni unilaterali, illegali secondo il diritto internazionale);

– La “dichiarazione del Segretario di Stato USA, John Kerry, del 27 maggio 2016”. Cioè: del principale responsabile delle sanzioni illegali. Il link riportato nella stessa Risoluzione conduce a una pagina inesistente del Governo USA (eppure la burocrazia europea ha fama di efficienza).

Su questo si basano i giudizi e le Risoluzioni del Parlamento europeo contro il Venezuela, oltre che sul rimpallo di documenti interni fra i vari organi della UE, compreso l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, Federica Mogherini, su cui grava il non lusinghiero giudizio di molti paesi poveri e/o dilaniati da guerre.

Conclusione: questa Dichiarazione, che è perfettamente in linea con tutti gli altri atti dell’UE nei confronti del Venezuela dal 1999 ad oggi, appare oggettivamente basata su fonti insufficienti e tendenziose, eppure riassume il giudizio della rappresentanza ufficiale di mezzo miliardo di cittadini europei. In base a quel giudizio i cittadini europei si trovano coinvolti in una serie di gravi e crescenti fatti di ostilità economico-finanziaria e politica che, letteralmente, affamano i loro fratelli venezuelani. Come da copione già tragicamente collaudato in Ex-Jugoslavia, Iraq, Libia, Siria, e altrove, quella “crisi umanitaria” viene usata come “giustificazione” per minacciare di invadere militarmente il Venezuela e portarvi “democrazia e benessere” secondo i canoni occidentali.

Purtroppo i “media democratici”, la cui unica funzione dovrebbe essere quella di sorvegliare il comportamento dei centri di potere politico-economico-finanziario, e di ogni altro potere, sono il principale strumento utilizzato per tenere nell’ignoranza o addirittura nell’inganno i cittadini europei. E così, qualunque sarà il destino di quello sventurato paese, i futuri storici (quelli indipendenti) faticheranno a documentare gli errori dei governi chavisti fra la mole di ricatti, boicottaggi e inganni attuata dalle “democrazie occidentali”.

Quel giorno, 8 Giugno 2016, una voce si levò in dissonanza dalla Dichiarazione dell’Assemblea UE. Si potrebbe dire “voce di uno che grida nel deserto” guardando i banchi dell’aula parlamentare in quel momento:

Jean-Luc Mélenchon, eurodeputato francese, leader di “France Insumise” (Francia indomita) quel giorno denunciò l’approccio “due pesi-due misure” del Parlamento Europeo sugli affari esteri.

Qui di seguito il testo tradotto del suo intervento, più attuale che mai:

“Ecco qua una risoluzione che non serve proprio a niente.
Mi chiedo: “In quale Paese al mondo si taccia come ‘dittatura’ un Governo che perde le elezioni e lo riconosce? Un Governo che perde un referendum e lo riconosce?
In quale Paese al mondo si è d’accordo nel sostenere un membro dell’opposizione che immagazzina a casa sua armi da guerra e bombe?
Se voi sostenete un simile oppositore, allora preparatevi a riconoscere come prigioniero politico qualsiasi terrorista che abbiamo arrestato qui da noi.

Forse il signor Maduro avrebbe dovuto far dare mille frustate a questo oppositore, perché così godrebbe del silenzio complice di questa Assemblea, proprio come fate voi con l’Arabia Saudita.
Eppure voi qui, pur di puntare il dito contro il Venezuela, trovate il modo di citare un cittadino saudita che è presidente della Commissione per i Diritti Umani; sì, un saudita, il presidente della Commissione per i Diritti Umani dell’ONU.

La verità è che voi vi occupate di chi difende i poveri solo per fustigarlo e discriminarlo.

La verità è che tutto questo fa parte di una politica di destabilizzazione organizzata dagli USA, che fanno colpi di Stato istituzionali come hanno fatto in Guatemala, come hanno fatto in Brasile, come hanno fatto in Honduras. La verità è che tutto questo non è altro che un momento di propaganda internazionale della NATO e degli USA.

Questa risoluzione non ha assolutamente nessun valore e io ho espresso qui tutta la rabbia che essa provoca in tutti coloro che apprezzano i governi che difendono i poveri”.