Brexit, il Labour apre ad un nuovo referendum

Il leader del Labour Party, Jeremy Corbyn, ha lanciato ai Comuni la proposta del voto per una seconda consultazione. Ma l’emendamento presentato deve prima essere ammesso.

di Adriano Manna

Il Labour party torna all’attacco della premier britannica Teresa May, dopo il fallito assalto della mozione di sfiducia rigettata in blocco dai Tory e lo fa sottoponendo all’aula una serie di emendamenti, tra cui il più clamoroso è quello presentato da Jeremy Corbyn in persona.

La proposta più significativa tra quelle depositate, invita a verificare l’esistenza di una maggioranza trasversale a Westminster su vari scenari: da quello sostenuto in prima battuta dallo stesso Corbyn di una Brexit più soft che lasci il Regno all’interno dell’unione doganale e con legami forti con il mercato unico; fino a quello, in parte clamoroso, di un nuovo “voto pubblico” in grado in teoria di rimettere in discussione l’uscita dall’Ue.

Se ammessi, questi emendamenti verranno votati dai comuni entro il 29 gennaio, esattamente lo stesso giorno in cui l’esecutivo ha già annunciato il voto sulla bozza di “piano B” che la premier ha introdotto l’altro ieri a Westminster.

L’ipotesi di un nuovo referendum sulla brexit era sempre stata scartata dal leader dei Labour Corbyn, che sembra però aver almeno parzialmente rivisto le sue posizioni all’indomani della bocciatura della prima bozza di accordo tra Londra e Bruxelles.