I cento anni del Partito Comunista di Spagna

Il 14 novembre si è tenuto il centenario dalla fondazione del Partito Comunista di Spagna, componente essenziale di Izquierda Unida e di Unidas Podemos, nonchè membro della Sinistra europea.

di Enrique Santiago*

Il Partito Comunista di Spagna ha cento anni e la domanda che più si pone in questi giorni è se sia giusto essere un partito come il nostro nel 21° secolo. In questo giorno, in cui commemoriamo il nostro centenario, vi invito a riflettere se, in realtà, possiamo permetterci di non avere un partito comunista in Spagna.

Sarò breve e schematico:

Punto uno. Il pianeta non sopporta più una forma di produzione e consumo irresponsabile come quella di cui soffriamo attualmente. Se vogliamo preservare ciò che resta del pianeta e invertire il cambiamento climatico e il degrado degli ecosistemi, è tempo di affermare con forza che il capitalismo, come lo conosciamo, è incompatibile con la conservazione della vita. È un sistema che è stato ingiusto nel corso della storia. Oggi, inoltre, è spericolato e suicida. L’unica vera alternativa a un modello così predatorio è istituire un sistema alternativo, che pianifichi l’attività economica in base alle capacità, ai limiti e alle possibilità del pianeta. Questo è possibile solo attraverso l’intervento pubblico in settori strategici da parte dei governi democratici, garantire un accesso equo a questi per tutte le persone. Questo è il programma economico e ambientale che il Partito Comunista di Spagna difende oggi.

Secondo punto. Le libertà democratiche in Spagna sono arrivate grazie alle lotte delle forze politiche progressiste, poiché i tagli alle libertà e alla democrazia sono il risultato di interventi di forze reazionarie. È il PCE che storicamente è servito da barriera contro i tentativi di porre fine alla libertà e ai diritti del nostro popolo. Al culmine di un neofascismo populista, che mira a crescere stravolgendo la parola “libertà” e negando la scienza, abbiamo bisogno di coloro che nella nostra storia hanno difeso con più forza ed efficacia le libertà e i diritti di tutte le persone e i popoli della Spagna.

Terzo punto. Le idee non vivono senza organizzazione. L’obiettivo del PCE sarà sempre l’unità di coloro che sono d’accordo intorno a un’idea progressista e trasformatrice della Spagna, che ha l’essere umano e il pianeta al centro della sua azione politica. Troppe volte abbiamo visto cosa succede quando cerchiamo di ottenere governi senza la nostra gente organizzata dietro di noi e cosa succede quando il potere ci punta individualmente – per esaltarci o per criminalizzarci – e ci separa dalla nostra organizzazione. Il PCE, con tutto il suo bagaglio e le sue capacità, fornirà sempre un supporto teorico, umano e organizzativo a tutte le persone che vogliono realizzare una società più giusta, con tutta l’umiltà – ma con tutto l’orgoglio – che ci caratterizza.

Mille altre ragioni giustificano, non solo l’esistenza del PCE in Spagna oggi, ma anche il mio appello ai lavoratori del nostro Paese affinché si uniscano alle nostre fila e ci aiutino a costruire il Partito Comunista per il futuro, al di là di ogni previsione, continuerà a esistere finché c’è una sola persona sfruttata nel mondo.

Per il nostro popolo, per la democrazia, per il pianeta e perché continuiamo ad essere il Partito. Buoni altri cento anni, compatrioti.

 

*Segretario generale del PCE.