La destra euroscettica si riconferma in Polonia. Battuta d’arresto per Orban in Ungheria

A spoglio ormai quasi concluso, le elezioni politiche in Polonia vedono il partito di destra Pis del leader Jaroslaw Kaczynski confermare la maggioranza assoluta alla Camera e con tutta probabilità anche al Senato, dove al momento mancano dati ufficiali.

Il partito nazionalista ed euroscettico “Diritto e Giustizia” avrebbe raccolto il 44,4% dei consensi, che in virtù del premio di maggioranza gli garantirebbero la maggioranza assoluta in parlamento.

Un dato in crescita rispetto alle scorse elezioni tenutesi nel 2015, quando il partito del leader Kaczynski aveva raccolto il 37,6% dei voti.

La principale opposizione del paese, il blocco liberal-conservatore, si ferma al 26,8% registrando un dato in contrazione rispetto alle scorse elezioni, quando le due forze che lo compongono (Piattaforma civica e Modern) aveva raccolto sommate quasi il 32%.

Forte affermazione per la nuova formazione di estrema destra ultra-nazionalista, xenofoba e omofoba di Konfederacja, che farebbe il suo ingresso in parlamento con un notevole 6,8%.

Unica nota positiva per la sinistra il ritorno in parlamento dei social-democratici, che quasi raddoppiano i loro voti passando dal 7,6% raccolto nel 2015 al 12,3% di ieri.

Se in Polonia le forze sovraniste di destra festeggiano, una battuta d’arresto la registrano invece nell’Ungheria di Victor Orban che nelle amministrative di ieri ha perso il controllo della capitale Budapest.

Gergely Karacsony, il 44enne candidato dei Verdi sta ottenendo il 50,4% dei voti a fronte di un 44,6% per ora attribuito al sindaco uscente, il settantunenne Istvan Tarlos vicino all’attuale Premier. Delle 20 città in cui si è votato, in più della metà sono in testa i candidati delle opposizioni che si sono presentate unite.