Polonia, centinaia di migliaia di persone a Varsavia per il diritto all’aborto

Polonia. Una marea umana di centinaia di migliaia di persone si è riversata ieri nella capitale polacca per prender parte alla “Marcia su Varsavia” indetta dal movimento femminista “Lo sciopero delle donne” per protestare contro la decisione della Corte suprema che ha ulteriormente limitato il diritto all’aborto.

La manifestazione è partita da tre piazze distinte, da cui si sono snodati per le vie del centro i tre cortei poi confluiti in un unico grande concentramento sotto il parlamento polacco.

In Piazza della Città vecchia, un gruppo di militanti di estrema destra ha provato ad aggredire i manifestanti, che hanno isolato e respinto i provocatori.

Dopo l’entrata in vigore della sentenza della Corte suprema, le donne in Polonia potranno interrompere legalmente la gravidanza solo in caso di stupro appurato, incesto o comprovata minaccia alla loro salute. Queste restrizioni si vanno ad aggiungere alla legge sull’aborto attualmente in vigore, che è una delle più severe al mondo, e combinata con la sentenza della Corte renderebbe ancora legale solamente il 2% degli aborti solitamente praticati in Polonia.

Il Governo ha duramente criticato le manifestazioni e invocato l’aiuto dell’esercito per fronteggiare le proteste, denunciando la violazione delle regole anti-contagio legate alla pandemia del coronavirus, secondo cui non sono consentiti raduni di più di cinque persone.

Tuttavia il Presidente ultra-conservatore Duda, dinanzi all’imponenza delle proteste, ha annunciato che proporrà una nuova legge secondo la quale sarebbe consentito l’aborto nei casi di patologie letali del feto, mentre resterebbe il divieto per le altre malformazioni embrionali e per tutte le altre casistiche.

Decisamente troppo poco per i manifestanti, che hanno già annunciato il proseguo delle mobilitazioni, che vanno avanti già da 8 giorni in tutto il paese.