Una risoluzione del parlamento europeo equipara comunismo e nazismo

Il 19 settembre scorso il parlamento europeo ha approvato ad ampia maggioranza una risoluzione dal titolo: “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa” che in alcuni dei suoi passaggi arriva addirittura ad equiparare nazifascismo e comunismo.

La risoluzione “esprime inquietudine per l’uso continuato di simboli di regimi totalitari nella sfera pubblica e a fini commerciali e ricorda che alcuni paesi europei hanno vietato l’uso di simboli sia nazisti che comunisti”.

Un passaggio particolarmente inquietante, alla luce del fatto che si fa riferimento alla messa al bando della falce e martello in alcuni paesi membri dell’est europa, escamotage usato per la conseguente messa fuori legge (o graduale marginalizzazione) di partiti comunisti con un seguiti elettorali tutt’altro che trascurabili.

La risoluzione inoltre, sembra ignorare in maniera voluta l’esperienza storica del comunismo europeo, che non è comunque ascrivile tout-court al socialismo sovietico (anzi…) e che, insieme alla stessa Armata Rossa sovietica e ai suoi 14 milioni di martiri nella guerra al nazi-fascismo, è stato una componente fondamentale dei movimenti di liberazione dal nazi-fascismo nel continente.

La risoluzione compie poi una vera e propria opera di revisionismo storico quando dichiara che “la Seconda guerra mondiale, il conflitto più devastante della storia d’Europa, è iniziata come conseguenza immediata del famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939, noto anche come patto Molotov-Ribbentrop, e dei suoi protocolli segreti, in base ai quali due regimi totalitari, che avevano in comune l’obiettivo di conquistare il mondo, hanno diviso l’Europa in due zone d’influenza;”.

Tocca poi la vera e propria provocazione quando osserva “la permanenza, negli spazi pubblici di alcuni Stati membri, di monumenti e luoghi commemorativi (parchi, piazze, strade, ecc.) che esaltano regimi totalitari, il che spiana la strada alla distorsione dei fatti storici circa le conseguenze della Seconda guerra mondiale, nonché alla propagazione di regimi politici totalitari;”.

Una dichiarazione così vaga e grossolana, che potrebbe essere estesa perfino all’intitolazione di una via in Italia ad Enrico Berlinguer, oppure ai tanti monumenti nell’Europa centro-orientale che rendono omaggio al sacrificio dei soldati sovietici.

Il testo integrale della risoluzione, che come tale rappresenta unicamente un atto di orientamento e non ha alcun effetto giuridico concreto, è consultabile a questo link: http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0021_IT.html