Finalmente si parla di patrimoniale, ma la destra già insorge a difesa dei ricchi

Finalmente anche in Italia si comincia a parlare di patrimoniale, con la proposta di una imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni a partire da una base imponibile di 500.000 euro.

di Adriano Manna

A proporre l’emendamento alla Legge di bilancio c’è come primo firmatario Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, con il supporto di alcuni esponenti della sinistra Dem quali Matteo Orfini, Chiara Gribaudo, Giuditta Pini e Luca Rizzo Nervo.

Nei fatti si tratterebbe di una sorta di patrimoniale che andrebbe a ricalcare il modello spagnolo, con una prima aliquota dello 0,2%, salendo dello 0,5% sopra il milione d’Euro, per arrivare al 2% sopra i 2 milioni d’Euro.

Sempre nella proposta sarebbe inserita la cancellazione dell’imu sulle seconde case, prefigurando quindi una mini-rimodulazione in senso progressivo del sistema fiscale italiano, volta a reperire risorse per il sostegno del welfare state e per uno sgravio fiscale per il ceto medio, a svantaggio dei super-ricchi.

Nulla di rivoluzionario, quasi semplicemente una proposta di buon senso per reperire nuove risorse al fine di affrontare i devastanti effetti socio-economici della pandemia, ma tanto basta per far scatenare la reazione scomposta della solita destra italiana che sembra preoccuparsi unicamente dei patrimoni dei multimilionari: Giorgia Meloni parla di “furto della sinistra sui conti correnti”, mentre da Forza Italia si denuncia la “rapina della sinistra”.

I malumori tuttavia ci sono anche in casa Partito democratico, dove in molti definiscono la proposta “impropria e intempestiva” mentre Carmelo Micemi, responsabile sicurezza del Nazareno, invoca “altri strumenti per garantire l’equità sociale”. Quali siano questi altri strumenti, ovviamente, non è dato sapere.