Salvini chiude la campagna elettorale strumentalizzando la prof sospesa

È successo. Quello che molti di noi pensavamo potesse succedere, è successo davvero. Matteo Salvini è riuscito a trasformare in campagna elettorale perfino la vicenda di Rosa Maria Dell’Aria. E l’ha fatto in una giornata particolare, il 23 di Maggio, una giornata che aveva già deciso di sporcare con la sua sfacciata e volgare tournée elettorale perenne.

di Andrea Alba

Mentre Palermo si preparava a commemorare la strage di Capaci, Salvini, il leader leghista che attacca quotidianamente i magistrati, aveva già inserito la tappa palermitana tra un comizio, le grigliate, un panino con le panelle, un boccone nella mensa della caserma della Polizia e i live su Facebook.

Nell’aula bunker di Palermo il Ministro degli Interni doveva entrare in punta di piedi o, come si dice, in veste istituzionale. Pare che questa sia una mise sconosciuta al vicepremier. Ma soprattutto non poteva perdere un’occasione tanto ghiotta, un post così tanto popolare da dare in pasto alla “bestia” suoi social. E poi, lo sappiamo bene, il leader del carroccio è un uomo concreto. L’aveva detto e l’ha fatto. “La prima volta che mi trovo a Palermo incontrerò la professoressa Rosa Maria Dell’Aria”. Insomma, due piccioni con una fava, Capaci e la prof. Lui ragiona così, come un buon padre di famiglia, lo dice sempre.

L’incontro si è tenuto in prefettura, ça va sans dire, malgrado il nostro avesse promesso di tenerlo a scuola e infatti gli studenti della professoressa Dell’Aria lo hanno aspettato invano, come invano milioni di studenti attendono ogni giorno interventi di messa in sicurezza delle loro scuole, fondi pubblici, investimenti, assunzioni di personale. Salvini però preferisce sempre le questure, non c’è tappa elettorale che non faccia base attorno a un tavolo prefettizio. Sarà perché così giustifica l’aereo di Stato e butta tutto in missione istituzionale, oppure perché gli riesce difficile immaginare di governare un Paese diversamente da come si gestisce una caserma. Lì, faccia a faccia con la professoressa, sappiamo che il Ministro si è sciolto. E ha magicamente sciolto anche la fatwa contro di lei. “Ritireremo il provvedimento”, ha detto. È stato indulgente, dicono i giornali. Il padre-padrone dà e toglie, basta che lo voglia. Insomma, una ammissione di colpa, un cerchio che si chiude e che dà drammaticamente ragione a quegli studenti.

Salvini concede le grazie, dà le benedizioni, brandisce i rosari, chiude i porti e a partire da stasera ritira i provvedimenti disciplinari contro i docenti. Sembra che ci fosse anche il Ministro dell’Istruzione Bussetti con lui, tanto nell’aereo di Stato c’è spazio a sufficienza per tutti, ma pare non abbia parlato o perlomeno non esistono sue dichiarazioni riportate dagli organi di stampa (magari avrà fatto la più classica delle sue esternazioni, tipo non esistono più le mezze stagioni o i docenti del sud devono impegnarsi forte). Ma tanto conta pochissimo. Salvini ha inventato un nuovo dispositivo di comando: il post su facebook, mescolato a una gigantesca ignoranza istituzionale generalizzata.

Ovviamente nessun giornalista gli ha fatto notare che i ministri degli Interni non decidono una beneamata sui provvedimenti disciplinari dei docenti, né il fido Bussetti si è fatto sentire, a meno che abbia avuto da ridire tra le strade di una assolata Palermo, col cannolo in una mano e il panino con la porchetta nell’altra. Questo non lo sapremo mai. Quello che sappiamo per certo è che quel provvedimento sospensivo sia partito da ambienti molto vicini al vicepremier e al suo partito.

Ce lo ricordiamo tutti il tweet di Lucia Borgonzoni, la sottosegretaria alla cultura che rivendica con orgoglio di non leggere un libro da tre lunghi anni, che minacciava di ritorsioni la nostra collega, la professoressa Rosa Maria Dell’Aria. E ci ricordiamo le svariate esternazioni di Salvini in perenne campagna elettorale contro i docenti, quelle accuse fittizie sui docenti politicizzati che avrebbero avuto vita difficile durante il suo governo. E qualcuno dei suoi a cui ha appaltato il ministero di Viale Trastevere l’avrà preso in parola. Mi preoccupa però molto di più il mutismo selettivo dei suoi alleati di governo: Pare che nessuno della ditta Casaleggio e associati abbia da ridire, come se questa sospensione dei ruoli, come se le ingerenze continue di Salvini, i suoi post, le sue costanti invasioni di competenze altrui fossero nel famoso contratto di governo.