Verso il governo Draghi. Politica, fronde interne e possibili riposizionamenti

La crisi politica italiana sembra aver trovato un suo sbocco nell’incarico affidato dal Presidente Mattarella a Mario Draghi, che ha accettato con riserva. Una riserva che sottintende l’incertezza politica che circonda la possibilità che ottenga la fiducia dalle Camere.

di Adriano Manna

Il nome che da tempo (anzi, da anni) circolava nei salotti della politica romana e su molti giornali si è alla fine materializzato: Mario Draghi, l’ex Governatore della BCE, una delle più importanti personalità del mondo della finanza internazionale, ha ricevuto l’incarico da Mattarella per cercare di costituire il nuovo governo.

Una mossa, quella del Presidente della Repubblica, volta a mette sotto scacco il sistema partitico italiano immersosi nelle sabbie mobili della crisi innescata da Matteo Renzi, lo stesso Matteo Renzi che ha fatto pretestuosamente saltare il tavolo del Conte ter con il solo scopo di defenestrare Conte e probabilmente aprire la via alla nomina dello stesso Draghi, garante della finanza internazionale per la gestione del cospicuo pacchetto di aiuti destinati all’Italia.

Conte si prepara al post-Conte

L’ex Primo ministro, in una accorata conferenza stampa, ha chiarito che per il M5S ci sarà sempre, e auspica, nell’immediato e in prospettiva, la tenuta dell’alleanza M5S, PD e Leu.

Conte si candida quindi per la leadership prossima del Movimento, che vuole ancorare alla nuova alleanza di centro-sinistra in quella che sembra una stabilizzazione in senso bipolare del panorama politico italiano.

In tal senso vanno anche le dichiarazioni di Nicola Zingaretti, che ha chiesto agli alleati M5S e Leu di rimanere compatti in questa nuova possibile esperienza di governo sotto l’egida di Mario Draghi.

Il nodo del governo “politico”

La politica, o almeno quel che ne rimane, tuttavia vorrebbe salvare la faccia dinanzi a quello che potrebbe apparire dall’esterno come l’ennesimo “commissariamento” dopo l’esperienza Monti. Si sta cercando quindi di trovare una quadra allestendo una squadra di governo che tenga dentro, in alcuni dicasteri chiave, personalità provenienti dai partiti che comporranno la nuova maggioranza (attenzione a Forza Italia che in queste ore sta bussando convintamente alla porta).

Fronde interne e spazi a sinistra e a destra

I mal di pancia tuttavia non mancano, a partire dalla componente in seno al M5S legata a Di Battista, passando per Leu, dove non c’è chiarezza strategica tra la visione degli ex-PD di MDP e Sinistra Italiana.

Se nell’area della destra è certa la non partecipazione al governo di Fratelli d’Italia, e la questione su cosa farà la Lega di Matteo Salvini è tutta da esplorare, gli eventuali spazi per un’opposizione da sinistra al prossimo governo passano quindi tutte per le sorti del dibattito interno a Leu e sul futuro posizionamento di una eventuale scissione del Movimento 5 Stelle, dove va però detto che gli abbocchi, nel recente passato, sono sempre sembrati rivolti verso gli ambienti della destra sovranista, piuttosto che verso l’idea di costituire uno spazio della sinistra antiliberista.

Su tutte queste questioni, ovviamente, la parte del leone la farà l’eventuale nuova legge elettorale, che se dovesse andare in senso proporzionale potrebbe accompagnare la creazione di ulteriori poli a destra e sinistra dell’ormai prossima coalizione di governo, ridisegnando uno scenario a tre, o anche a quattro poli.