Quelle teorie del complotto che servono a difendere lo status quo

C’è un legame tra coronavirus, cambiamento climatico e teorie del complotto. Un link nemmeno troppo sottile, il cui collante è costituito dal negazionismo scientifico e dal sospetto nei confronti delle teorie ufficiali, pur in presenza di spiegazioni esaustive e di serie robuste di dati e statistiche. Un atteggiamento che spesso si accompagna alla credenza di teorie non scientifiche o parascientifiche.

di Giacomo Pellini

Uno dei casi più celebri è sicuramente quello legato ai vaccini. Nonostante le rassicurazioni della comunità scientifica e la molteplicità di studi che escludono le tesi negazioniste, i guru del movimento no vax non hanno dubbi: il profilo di sicurezza vaccini non è spesso adeguato, e i vaccinati possono sviluppare contro reazioni pericolose, addirittura mortali. Salvo poi fare retro march quando si fa loro notare che la percentuale di decessi legata ad alcune malattie è molto superiore rispetto a quella di sviluppare effetti avversi: contrordine, non è tanto che i vaccini sono pericolosi, ma più che altro servono alle case farmaceutiche per aumentare i profitti.

Tutte le teorie del complotto sono basate su serie di tesi basate perlopiù su fake news e bufale. E convincere del contrario chiunque ci creda è difficile: come si può portare avanti una discussione le cui argomentazioni sono prive di dialettica e fuori dalla portata di qualsiasi metodo scientifico, ma basate su una presunta “verità” che esiste a priori, sconosciuta ai più, corredata da una armamentario di segni e simboli da adattare e riadattare a seconda del contesto?

Tra i bersagli preferiti dai complottisti in questo momento ci sono sicuramente i cambiamenti climatici e il coronavirus. Entrambi argomenti di carattere scientifico, scientificamente dimostrati. Se per i primi si negano non tanto gli effetti ma le cause – antropiche – per il secondo si sostengono le tesi più disparate: creato in un laboratorio di Wuhan da alcuni scienziati con gli occhi a mandorla secondo alcuni, innocuo ma utile ai profitti delle case farmaceutiche per altri, una menzogna creata dai governi per favorire politiche liberticide per altri ancora. Ma guai a criticare Orban, del cui autoritarismo si ha evidenza scientifica: lui è stato “democraticamente eletto”. Al contrario di Conte.

Spesso chi odia Greta Thunberg e i “gretini”  è allo steso tempo un amplificatore delle fake news che circolano sul “virus cinese” di trumpiana memoria. E viceversa. Insomma, il bersaglio preferito dai complottisti in questo momento non sono tanto i cambiamenti climatici o il virus. Ma la scienza in quanto tale.

Partiamo dall’Italia: dove circolano queste teorie?

C’è inanzitutto ByoBlu, una web tv gestita da Claudio Messora, ex consulente della comunicazione politica del Movimento 5 Stelle. Colui che che vuole combattere la campagna di fake news “orchestrata da Hillary Clinton, dal Parlamento Europeo, da Laura Boldrini, da Angela Merkel e da tutti quelli che hanno paura che l’informazione libera”.

Tra i noti opinionisti spesso presenti al programma di Messora c’è Stefano Montanari, pasdaran antivaccinista e direttore scientifico di Nanodiagnostic. Montanari, già promotore della lista “Movimento 3V Vaccini Vogliamo Verità” che ha corso alle ultime elezioni regionali in Emilia Romagna, ha dichiarato proprio ai microfoni di ByoBlu che in realtà il virus sarebbe “innocuo”, anzi, proprio “fasullo”, e che i morti dovuti  a questo sarebbero “solamente 3”. Una dichiarazione che ha scatenato diverse polemiche e che gli ha valso la condanna e la denuncia degli scienziati di Patto trasversale per la scienza (Pts).

Messora si è dedicato spesso anche al tema dei cambiamenti climatici. In una puntata andata in onda lo scorso settembre, il Professor Ugo Bardi (membro del Club di Roma) è tra gli invitati assieme ad altri quattro scienziati, tre dei quali che negano le cause antropiche del cambiamento climatico (Enzo Penneta, Umberto Crescenti e Franco Battaglia) e uno non molto d’accordo su diversi punti (Marco Rosa Clot). Durante l’episodio, con l’aiuto del conduttore e di un moderatore ancor più negazionista, gli invitati continuano a lanciare attacchi contro il povero Bardi, definito “catastrofista” e “allarmista” e criticando più volte l’IPCC, il panel dell’ONU sul cambiamento climatico. Una strana idea di par condicio, 5 contro 1, più un sesto imparziale. Ancora più strana se pensiamo che con Bardi concorda con più del 95% della comunità scientifica globale.

Un altro articolo apparso sul canale dell’ex guru della comunicazione del movimento fondato da Beppe Grillo è più esplicito: “Mille miliardi per Greta e l’ambiente, ma per pensionati e lavoratori i soldi non ci sono mai?” Ma lista potrebbe continuare all’infinito.

C’è poi Pandora TV, il canale di Giulietto Chiesa, ex corrispondete da Mosca de “L’Unità”, di orientamento filo-russo. Nel canale di Chiesa si affrontano un po’ tutti classici del complottismo, dall’attacco terroristico del 9/11 a New York descritto come un “inside job, all’evergreen della denuncia dei vaccini e delle case farmaceutiche. Ospiti fissi sono Diego Fusaro,  – filosofo “marxista” che odia in ordine capitalismo, gender, femminismo, Greta Thunberg e il “pensiero unico” –  il già citato Montanari e altri campioni del complottismo italiano.

C’è poi Massimo Mazzucco, sempre presente sia a Pandora che a ByoBlu, tra i più accaniti supporters di teorie che che vedono il bicarbonato come cura miracolosa contro tutti i mali, anche i più temibili. Secondo Mazzucco dietro al virus ci sarebbe una “manina statunitense” che portato in Cina un virus ingegnerizzato. Ma il blogger torinese in un video su youtube ci tiene a dirci la sua anche sui cambiamenti climatici: sebbene si dichiari “non informatissimo” sul tema, dice di aver letto un libro di David Griffin  – esperto di complotti e undici settembre(!) –  e di aver appreso molto. E citando tra gli altri anche Capezzone ci rassicura tutti: il cambiamento climatico è una bufala. State tranquilli.

Nella complottosfera antiscentifica italiana ci sono anche Marcello Pamio, blogger e fondatore di Disinformazione.it, altro sito parte della galassia complottista. Secondo costui il COVID-19 può essere tranquillamente curato con “rimedi naturali”, come l’origano. L’importante è smettere di avere paura: sarebbe propria questa la causa della malattia. In altre occasioni il “naturopatologo” ci mette poi in guardia:  attenti a quei cattivoni del “nuovo ordine mondiale”, vogliono imporci vaccinazioni e farci credere alla “bufala” del global warming.

C’è il caso, molto noto, della condivisione da parte dei pasdaran della destra italiana, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, di un servizio del Tgr Leonardo (il tg scientifico di Rai 3), andato in onda il 16 novembre 2015 che parla della creazione del coronavirus in laboratorio – smentito poi dalla RAI e da importanti riviste scientifiche internazionali.

Dall’altra parte della Alpi, intanto, la leader dell’ultradestra francese Marine Le Pen dichiara che è comunque “una questione di buon senso” interrogarsi sull’origine artificiale del coronavirus. Forse perché vuole strizzare l’occhiolino a quel 40% del proprio elettorato, che, secondo le rilevazioni, è molto incline a credere ai complotti.

Quella tra destra – estrema o meno – e complottismo è una storia d’amore oramai nota. Invece di accusare il sistema nel suo complesso e tentare di cambiare le cose, è molto più facile prendersela con piccoli gruppi, o semplicemente anche singole persone – Soros docet – bollandole come “mele marce” colpevoli di aver corrotto l’equilibrio e l’armonia del mondo.

Spesso a essere prese di mira sono proprio minoranze etniche o il mondo LGBT: come dimenticare la famosa questione dei protocolli dei Savi di Sion e dell’antico complotto pluto-giudaico-massonico? Ma ultimamente sul banco degli imputati ci sono le elite europee, copevoli di voler portare avanti il piano Kalergi, che secondo complottisti di destra punta alla sostituzione etnica dell’Europa. Fonti? Zero.

Certo le cospirazioni reali esistono ed esisteranno sempre. Negli anni ’70 in Italia, il decennio della “strategia della tensione”, misteri e complotti si sono susseguiti in continuazione. Il complotto per incolpare gli anarchici della strage di piazza Fontana fu compreso e denunciato quasi subito ­nella controinchiesta La strage di stato. Alla fine la verità venne facilmente a galla.  E anche la P2 di Licio Gelli ha avuto, fortunatamente, vita breve, grazie al lavoro di magistrati e alla Comissione guidata da Tina Anselmi. Tuttavia come sostengono i docenti Stephan Lewandowsky e John Cook, autori di un manuale per difendersi dal complottismo, i complotti veri non sono stati scoperti attraverso il metodo dei teorici della cospirazione, ma attraverso indagini ed inchieste approfondite.

Le teorie del complotto, anche se ad un primo sguardo sembrano sovversive e rivoluzionarie, in realtà arrivano a rafforzare il sostegno allo status quo, delegittimando chi tenta di cambiare le cose – sia esso Greta Thunberg o chi si batte per rimediare a trent’anni di devastazione della sanità pubblica – e bollandolo come servo di non ben determinati poteri forti. Chi crede alle teorie del complotto pensa che il problema siano piccoli gruppi di cattivi, anziché le cause del sistema. Un sistema che a tutti noi proprio non piace. Ma a qualcun altro si. Un sistema di cui complottisti sono i difensori, molti dei quali a loro insaputa.