Razzismo. Salvini non l’ha creato, l’ha solo sdoganato

“Salvini non fa quasi nulla che non sia prima di tutto propagandistico. Ha solo sdoganato un razzismo che c’è sempre stato.”

Sceneggiatore, musicista, opinionista spesso presente a Radio Rock e collaboratore per la testata Paese Sera. Il suo ultimo lavoro come sceneggiatore è “Go Home – a casa loro” un film autoprodotto che racconta un’umanità oramai abituata all’odio serpeggiante. Sinistra in Europa ha intervistato Emiliano Rubbi, la voce amica dei nostri social media.

Intervista a Emiliano Rubbi a cura di Giacomo Pellini

 

Ciao Emiliano. Presentati.

Ho sempre parecchie difficoltà a presentarmi. Faccio tante cose diverse, in realtà. Sono un produttore musicale, uno sceneggiatore, scrivo articoli, intervengo in radio. Non so, forse è meglio che mi presentino gli altri, che magari la vedono un po’ più chiara di me.

 

Sei un artista, uno sceneggiatore, un musicista. Ma sei anche un opinionista e un militante politico. Il nostro Paese era famoso per la figura dell’artista e intellettuale militante, basti pensare a Pasolini, a Calvino, a Eco. Ma ora questa figura è venuta in meno, forse per la crisi delle ideologie, forse per altro?

Personalmente ho l’impressione che da qualche parte, negli ultimi anni, si sia deciso che l’artista militante andasse considerato qualcosa di “vecchio”, “passato”, del quale sarebbe stato meglio fare a meno. L’arte degli ultimi anni è sempre meno “militante”, sempre più concentrata sul racconto della quotidianità, delle “piccole cose”, e sempre meno interessata ai grandi temi sociali. Non saprei dirti esattamente quando sia accaduto, ma è un dato di fatto che la situazione, oggi, sia questa. Eppure io, come te, credo che ci sia ancora un dannato bisogno di impegno sociale, di consapevolezza politica all’interno del mondo dell’arte. Non so se la situazione attuale del paese sia una conseguenza di questo abbandono delle tematiche politiche da parte degli artisti o se ne sia una concausa. Probabilmente sono vere entrambe le cose. Fatto sta che mi sembra chiaro che esista una correlazione tra le due cose.

 

Tu sei molto presente sui social, e sei un bravo comunicatore. Pensi che sia un canale fondamentale per l’opposizione a questo governo e più in generale per veicolare idee e contenuti (o non basta, serve altro)?

Sono sicuro che sia essenziale imparare a comunicare con tutti. La sinistra non è più in grado di farlo da anni. E i risultati si sono visti. Salvini e soci hanno vinto le elezioni principalmente sui social. Una qualsiasi forza politica che non voglia risultare insignificante, oggi, deve necessariamente imparare a fare altrettanto.

 

A cosa rispondi a quelli che dicono di abbandonare i social e “tornare nei territorio” a fare politica attiva?

Che è una stupidaggine. Servono entrambe le cose. E non si vede per quale motivo l’una dovrebbe escludere l’altra.

 

Salvini è il politico più seguito sui social in Europa, su Facebook ha 3,7 milioni di Follower. La Lega punta molto sulla comunicazione online, basti pensare al sistema di egemonizzazione del web del Carroccio e di Luca Morisi – spin doctor di Salvini – soprannominato “La Bestia”. Pensi che la forza della Lega e del suo leader sia la comunicazione web? (o in realtà c’è dell’altro, egemonia culturale in tv, stare sui territorio ecc…)

Credo di sì. La vittoria della Lega è nata sul web, persino l’egemonia culturale a cui fai riferimento si è sviluppata lì, per poi estendersi alla tv e altrove. Ma a quanto pare, molti faticano a rendersene conto. E questo è decisamente un problema.

 

È di queste ore la notizia dello sgombero dello stabile di via Cardinal Capranica di Primavalle. Questo governo si sta dimostrando sempre più autoritario e fomenta la lotta contro i poveri. Sembra che stiamo andando ben oltre la propaganda…

È propaganda anche questa. Lo sgombero di Primavalle ha una funzione principalmente e quasi unicamente propagandistica. Come sono pura e semplice propaganda fatta sulla pelle delle persone le battaglie del ministro Salvini contro le Ong come la Sea Watch, i “bracci di ferro” per non accogliere poche decine di disperati in un paese che conta 60 milioni di abitanti. Salvini non fa quasi nulla che non sia prima di tutto propagandistico. La sua visione politica è limitata allo sfruttamento mediatico del “qui e ora”, essendo consapevole che, in questo periodo storico, conta solo quello, la memoria è stata completamente cancellata. Il giorno prima si può inveire contro i “terroni” e chiedere la secessione e quello dopo dichiararsi protettore della Patria. Lo sgombero di Primavalle serviva principalmente a far smettere di parlare dello scandalo dei fondi russi alla Lega. E ha ottenuto il suo scopo.

 

Uno dei tratti identitari dei gialloverdi è il manganello per i migranti e per i poveri in generale. Ma il consenso si basa sul disagio e sulla precarietà esistenziale delle persone oppure c’è un sentimento fascistoide e autoritario che è maturato in questi anni in alcuni pezzi della società italiana?

Non credo che sia “maturato” negli ultimi anni, credo che ci sia sempre stato, Salvini l’ha solo sdoganato, l’ha reso “presentabile” anche pubblicamente. Fino a qualche anno fa, semplicemente, si evitava di esprimere certi concetti, di dichiarare la propria xenofobia o il proprio odio etnico, religioso e culturale, perché si temeva la disapprovazione pubblica. Oggi non è più così.

 

Nel film che hai sceneggiato, Go home – A casa loro, un’epidemia di zombie si scatena nel bel mezzo di una protesta anti-migranti nelle periferie della Capitale. Lo zombie è una metafora dell’apatia della società italiana e dell’umata verso chi sta peggio?

Gli zombie, da Romero in poi, sono stati spesso utilizzati come metafora per qualcos’altro. In Go Home – A casa loro, sono una metafora dell’odio. L’odio senza senso, primitivo, quello che somiglia così tanto al comportamento di uno zombie che avanza uccidendo e divorando senza consapevolezza di sé o dell’altro. L’odio che contagia, che infetta chiunque venga a contatto con gli ammalati. Come un virus zombie, appunto.

 

Qualcosa da dire sul caso Salvini-Savoini-soldi russi? Che qualcosa del genere era ampiamente ipotizzabile anche senza le intercettazioni ambientali. E che in quell’hotel c’erano solo i russi e i leghisti.

Se qualcuno ha registrato e diffuso quell’audio significa che aveva interesse a farlo. Non sappiamo chi sia questo “qualcuno”. E questa, a parer mio, è la prima domanda da farci, perché apre la porta a diverse ipotesi, tutte una più inquietante dell’altra.

 

Qual è l’alternativa concreta a Salvini e ai gialloverdi? Le priorità per questo paese secondo te?

Numericamente, per ora, non esiste un’alternativa. Bisogna lavorare per crearne una. E per farlo bisogna ripartire dalle idee e dalla capacità di comunicarle. Le priorità, secondo me, sono sempre le stesse: istruzione, lavoro, welfare. Ma per ottenere risultati concreti e credibili bisogna assolutamente ripartire dall’istruzione, dalla cultura. Senza cultura non ci può essere progresso, né futuro.