Eduardo De Filippo, l’uomo di sinistra dietro al grande artista

Di Eduardo De Filippo sono rimaste le tante testimonianze di attore teatrale, commediografo, regista teatrale, cinematografico e poeta italiano, che lo consacrano fra i massimi esponenti della cultura italiana del ‘900. 

di Adriano Manna

Decisamente meno si conosce del suo rapporto con la politica, in parte per il suo rifiutare per lunghi anni l’etichetta di uomo di sinistra e in parte per il suo sfuggire, nell’immediato dopoguerra, ai corteggiamenti degli intellettuali socialisti e comunisti che pure conoscevano le sue inclinazioni ideali.

Eppure la sua è una vita segnata da alcune prese di posizione, che si renderanno però esplicite solamente con la sua nomina a Senatore a vita per mano dell’amatissimo Presidente Sandro Pertini e la scelta di collocarsi tra le fila della Sinistra indipendente, vicinissima al Partito comunista.

Negli anni ’30-’40 del Novecento, quando in Italia Mussolini e il fascismo godevano ancora della massima popolarità, Eduardo De Filippo e il fratello Peppino erano spiati dalla polizia del regime, che li considerava entrambi antifascisti. Eduardo e Peppino, secondo i rapporti dei questurini, mettevano in giro barzellette offensive nei confronti del Duce e del suo Governo. Ironizzavano sui provvedimenti legati alle leggi razziali e alla (falsa) libertà di stampa. Eduardo, inoltre, era accusato anche di avere malignato sull’oro offerto alla Patria: “È tutta roba falsa! Chi è così c[…]one da regalare dell’oro buono!”.

In occasione delle elezioni politiche del 18 aprile del 1948 Eduardo De Filippo non si espose sulle sue intenzioni di voto (dichiarò che si sarebbe trovato in quella data a Milano per lavoro e quindi impossibilitato a votare), limitandosi però ad una battuta: “Certo vorrei che i risultati delle imminenti competizioni potessero volgere concretamente al bene del Paese. Non vorrei venisse un partito che mi obbligasse a ricominciare con barzellette e canzoncine“.

Il 26 settembre del 1981 arrivò la nomina di Senatore a vita per volontà di Sandro Pertini, con cui aveva già da anni un rapporto piuttosto intimo: seppur Pertini proveniva dal Partito Socialista, Eduardo gli rinfacciava spesso di essere uomo del popolo e quindi di sinistra più di socialisti e comunisti, nonostante cattolico. Spesso Eduardo si sentiva con Pertini e quando gli propose la nomina gli disse: “Guagliò io sono e sarò al Senato quello che sono stato sia nella vita, sia nelle commedie. Tu sapevi e i tuoi amici sanno che io sono per il popolo. Io sono figlio del popolo”.

Il senatore De Filippo quale membro della settima commissione permanente della Pubblica Istruzione durante l’ottava e nona legislatura, si iscrisse nel gruppo parlamentare della Sinistra Indipendente, movimento vicinissimo al Pci nonostante gli aderenti fossero cattolici o laici/azionisti o della società civile. La Sinistra Indipendente, anche se ormai si è quasi persa ogni memoria, ha vantato negli anni numerose personalità alcune fra le quali Cesare Terranova, magistrato siciliano, poi trucidato dalla mafia; Raniero La Valle, giornalista e direttore responsabile del quotidiano cattolico, L’Avvenire d’Italia; Altiero Spinelli, scrittore italiano e padre fondatore dell’Europa per la sua influenza sull’integrazione europea post-bellica. E Ancora: Gino Paoli ; Giorgio Strehler e Stefano Rodotà.

De Filippo durante il suo mandato in Senato si dedicò anima e corpo per il miglioramento delle condizioni di vita dei minori rinchiusi negli istituti di pena. Quando morì, il 31 ottobre del 1984, la camera ardente venne allestita al Senato. Il suo feretro fu sepolto al cimitero romano del Verano, dove tutt’ora riposa.