Quali sono le tre guerre che si stanno combattendo in Ucraina

La guerra in Ucraina è ora parte di tre guerre interconnesse: la guerra fisica, la guerra dell’informazione e la guerra economica. Se vogliamo sapere com’è la guerra ibrida di oggi: è questo.

di Prabir Purkayastha – Peoples Democracy*

Gli Stati Uniti si sono preparati per condurla con il controllo delle più grandi piattaforme digitali del mondo e armando il dollaro. La Russia sta lentamente ma inesorabilmente raggiungendo i suoi obiettivi militari in Ucraina, ed è possibile che i colloqui tra l’Ucraina e la Russia portino presto a una fine delle ostilità; anche se gli Stati Uniti e i paesi della NATO sono alquanto disposti a combattere la Russia fino all’ultimo ucraino. Per la guerra economica sarà molto più difficile, poiché le sanzioni, una volta imposte, sembrano acquisire una vita propria.

Al centro della guerra economica c’è una guerra energetica, poiché la Russia è un grande fornitore di petrolio, gas naturale e persino di uranio arricchito all’Unione Europea (UE) e agli Stati Uniti. L’Occidente, l’UE, gli Stati Uniti e il Regno Unito avevano scelto il gas naturale come combustibile ponte prima di raggiungere un futuro a zero emissioni di carbonio. Con la sanzione della Russia, questo percorso è in pericolo. L’eliminazione graduale del carbone potrebbe ora essere ritardata per soddisfare la carenza di energia a causa del taglio delle importazioni del gas russo. Peggio ancora, l’importazione di gas naturale liquefatto (GNL) dall’Asia occidentale, dal Nord Africa e dagli Stati Uniti come sostituto, porterà ad ulteriori emissioni di metano. Il metano è un gas serra con un potenziale di riscaldamento globale di 80 volte superiore a quello del biossido di carbonio.

Il metano, il componente principale del gas naturale, esiste naturalmente in forma gassosa. Deve essere raffreddato allo stato liquido – o GNL – per ridurre il suo volume in modo che possa essere facilmente trasportato in autocisterne. Per il trasporto, viene fatto evaporare continuamente in piccole quantità per mantenere la sua temperatura a meno 160 gradi centigradi per mantenere il suo stato liquido. Passare al GNL significa aggiungere metano, un potente gas serra, all’atmosfera. Anche se il gas russo può essere sostituito dal GNL nella medesima quantità, il metano aggiuntivo nell’atmosfera significherà che gli obiettivi di riscaldamento globale dell’UE che utilizzano il gas naturale come combustibile ponte subiranno un colpo enorme. Poiché l’UE è un contributore significativo delle emissioni globali di gas serra, potremmo correre il rischio di perdere la nostra guerra con la natura e il riscaldamento globale come un sottoprodotto della guerra economica dell’Occidente alla Russia.

Un breve sguardo ai numeri delle importazioni di gas naturale spiegherà l’importanza del gas russo per l’UE. L’UE ha importato 155 miliardi di metri cubi – quasi la metà (45%) – del suo fabbisogno di gas naturale dalla Russia. Anche se il GNL è disponibile sul mercato internazionale, l’UE attualmente non ha impianti di rigassificazione e né i suoi porti sono dotati dei gasdotti per gestire questo volume extra di GNL. Per questo motivo l’UE ha mantenuto sia le imprese russe che forniscono gas, sia le banche che si occupano dei pagamenti del gas, al di fuori delle sanzioni.

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (https://www.iea.org/reports/russian-supplies-to-global-energy-markets/oil-market-and-russian-supply-2), la Russia è il secondo più grande esportatore di petrolio greggio al mondo, subito dopo l’Arabia Saudita. Se includiamo i condensati e altri prodotti petroliferi come olio combustibile, nafta e altro, secondo l’IEA, la Russia è in realtà il più grande fornitore del mondo. Così, mentre nell’attacco dell’Occidente alle finanze della Russia, è stato facile usare il controllo degli Stati Uniti sul dollaro per congelare – o in effetti sequestrare – il denaro della Russia depositato presso le banche occidentali, è molto più difficile fare a meno del flusso continuo di gas russo convogliato verso l’Europa; pesanti le conseguenze di togliere dal mercato globale tutte le altre forniture russe di petrolio e prodotti petroliferi.

Le attuali sanzioni hanno già fatto salire il prezzo del petrolio a 132 dollari al barile dai 60 dollari dell’anno scorso; anche se è sceso marginalmente dopo il rilascio delle riserve strategiche degli Stati Uniti nel mercato e l’adesione dell’OPEC di aumentare la produzione. L’attuale aumento a 120-130 dollari al barile deve essere visto nel contesto del prezzo del petrolio al barile che è stato nella fascia di 60-65 dollari per la maggior parte dello scorso anno. Gli Stati Uniti, naturalmente, hanno un interesse proprio ad aumentare il prezzo del petrolio sul mercato internazionale: il loro gas da fracking diventa economicamente redditizio solo se i prezzi internazionali del petrolio sono alti.

L’impatto negativo degli alti prezzi dell’energia è ovvio per i paesi in via di sviluppo, la maggior parte dei quali, compresa l’India, importano il petrolio. Un aumento a 200-250 dollari – più di tre volte rispetto ai prezzi dell’anno scorso – come è stato previsto da una serie di esperti, sarà un disastro ancora maggiore per le loro economie. Probabilmente vedremo un’ulteriore contrazione dell’economia globale con una combinazione di stagnazione e inflazione. L’India, come grande importatore di petrolio e di prodotti petroliferi, è particolarmente vulnerabile, poiché la sua economia ha subito un rallentamento negli anni del governo Modi, accompagnato attualmente da alti tassi d’inflazione.

Dopo Iran, Libia, Venezuela e Afghanistan, il sequestro ora delle riserve valutarie russe negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nell’UE, ha fatto emergere i pericoli del controllo finanziario che gli Stati Uniti e i loro alleati esercitano sul mondo. Se tale sequestro può essere fatto non ai danni di piccoli attori del terzo mondo, ma a una delle più grandi economie globali con le sue enormi riserve in valuta estera, cosa ne deduciamo a proposito del capitale finanziario e dell’imperialismo nell’epoca attuale? Che ogni paese che abbia un surplus di valuta estera oggi non possa considerarla come forza. Le riserve di dollari, sterline o euro sono ostaggi che hanno dato all’Occidente, allo stesso modo in cui i governanti vassalli dovevano dare i loro figli per essere educati nelle corti imperiali.

La questione dell’energia va ben oltre le differenze tra i paesi e su quale paese domina il mondo. Abbiamo una breve finestra per invertire lo scenario peggiore del riscaldamento globale che pare inevitabile. Con l’attenzione dell’Occidente su come soggiogare la Russia e poi la Cina, è chiaro che un futuro di cooperazione per l’umanità per combattere il riscaldamento globale non è all’ordine del giorno.

La Russia non è semplicemente uno stato petrolifero come gli Stati Uniti vorrebbero farci credere. È stata costretta a una maggiore autosufficienza dopo gli anni cleptocratici di Eltsin e l’asservimento virtuale della Russia ha lasciato il posto al suo tentativo di riemergere come attore internazionale. Ancora oggi, gli Stati Uniti comprano dalla Russia un gran numero di motori a razzo avanzati per i lanci di satelliti. Nelle armi e nell’hardware militare, sono alla pari con l’Occidente, come si è visto in Siria.

L’espansione della NATO, l’uscita degli Stati Uniti dal trattato sui missili anti-balistici, seguito dall’accordo Open Skies, il trattato sui missili balistici a medio raggio, il posizionamento di missili in Romania e Polonia, sono stati tutti interpretati dalla Russia come l’attuazione da parte degli Stati Uniti di una strategia di guerra nucleare vincente. La guerra sull’Ucraina è stata predetta da George Keenan, Henry Kissinger e John Mearsheimer: tutti avevano previsto l’inevitabilità di uno scontro tra la NATO e la Russia se gli Stati Uniti avessero perseguito una politica di espansione verso est della NATO. Nessuno di loro ha opinioni progressiste o antimperialiste, e due di loro – Keenan e Kissinger – sono arci-imperialisti strumentali alla costruzione dell’attuale impero statunitense.

L’unico blocco di paesi che ha perso nell’attuale guerra in Ucraina – a parte l’Ucraina stessa – è l’Unione Europea, in particolare Germania e Francia. Saranno molto più dipendenti dagli Stati Uniti, dato che devono importare GNL dagli Stati Uniti e dall’Asia occidentale. La Germania, imponendo sanzioni finanziarie e rinunciando alle sue importazioni di gas dalla Russia stabilite durante l’era dell’ostpolik di Willy Brandt, ha rinunciato alla sua posizione indipendente sia in Europa che negli affari mondiali.

La guerra in Ucraina è un momento spartiacque per il mondo. Ogni paese del mondo dovrà posizionarsi davanti l’egemonia del dollaro che gli Stati Uniti hanno affermato, attraverso l’Ucraina, sulla Russia: arrendersi o altro. Questa è ora una sfida esistenziale per il mondo: costruire un’architettura finanziaria internazionale più democratica o arrendersi all’egemonia del dollaro. Il modo in cui i paesi affronteranno questa sfida deciderà il destino del 21° secolo.

 

*Traduzione in italiano a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare per Resistenze.org