Danimarca, i socialdemocratici vincono le elezioni ma guardano a destra

Il blocco danese di centrosinistra ha vinto per un soffio le elezioni generali in Danimarca, tuttavia non è ancora chiaro come sarà composto il nuovo governo.

Durante lo scrutinio, cominciato immediatamente dopo la chiusura delle urne nella notte del due novembre, per lungo tempo si ha avuto la sensazione che ad avere la meglio sarebbe stata la cosiddetta “alleanza blu” composta da conservatori, liberali e populisti di destra. Il “blocco rosso”, guidato dai socialdemocratici ha invece ottenuto all’ultimo minuto 90 dei 179 seggi necessari per la maggioranza.

Tuttavia ad oggi non è chiaro quale sarà l’indirizzo politico del nuovo governo, dal momento che la premier uscente Mett Frederiksen (socialdemocratica) ha confermato l’intenzione di dimettersi nonostante sulla carta potrebbe contare su di una pur risicata maggioranza di centrosinistra.

Secondo molti analisti, per il partito socialdemocratico l’esito elettorale incerto potrebbe essere l’occasione per un’apertura ad un governo con le destre. Tutto questo non sarebbe una novità: da anni i socialdemocratici danesi fanno politica con il centrodestra, i conservatori. La stessa Frederiksen sostiene una rigida politica di immigrazione.

Tra i provvedimenti del governo uscente che più hanno fatto discutere c’è una legge che consente il “trattamento esterno delle domande di asilo”. Tradotto in pratica: coloro che chiederanno asilo politico a Copenaghen vengono immediatamente trasferiti in un altro paese “partner”, al di fuori dell’Unione Europea, per tutto il periodo che gli uffici preposti impiegano per valutare se davvero quelle richieste siano fondate o meno. Una sorta di deportazione. Se la pratica ha esito positivo, il richiedente può restare nello stato “di appoggio”, altrimenti scatta l’espulsione verso il paese d’origine. In ogni caso mai il richiedente asilo potrà toccare il suolo danese.