Elezioni europee: Meloni regge, ma la vera sorpresa è il boom di AVS

Questa tornata elettorale europea ha visto in Italia una timida riorganizzazione, almeno sul piano elettorale, delle forze della sinistra.

di Adriano Manna

Il Partito democratico torna a cresce, toccando il 24% e cominciando a insidiare Fratelli d’Italia sempre solidamente al comando. La vera notizia nel campo delle forze progressiste è tuttavia l’exploit di Alleanza Verdi Sinistra, la lista elettorale costituita da Sinistra Italiana e Verdi capace di raggiungere un ragguardevole 6,8% e portare a casa ben 6 eurodeputati. Il dato risulta ancor più eclatante nelle grandi città, dove la lista si attesta sopra il 10% diventando in molti luoghi il terzo partito.

Per quanto riguarda la lista rosso-verde, si possono tuttavia individuare alcune criticità in ottica futura: Il risultato elettorale così alto è in primo luogo frutto di liste elettorali costruire con cura e grande fiuto politico dai vertici nazionali di SI e Verdi, ma proprio per questo è espressione principalmente di voto d’opinione e non di un definito blocco sociale che si cementa intorno ad un progetto. Tuttavia l’entusiasmo generato da questo risultato potrebbe essere un viatico per un rafforzamento complessivo della struttura organizzativa, in primo luogo quella del partito e poi quella più larga messa in campo per questa elezione (a partire dal coordinamento delle elette ed eletti).

Tornando alle destre, se da una parte la Lega appare in crisi strutturale almeno nel suo ciclo salviniano, e Forza Italia mostra una capacità di resilienza alla dipartita del suo leader che è tuttavia ancora ben presente nel simbolo, non è negabile che nel complesso Meloni regge. Perde voti in termini assoluti, ma parliamo di europee quindi di una elezione storicamente poco attrattiva per l’elettorato conservatore o reazionario. La riorganizzazione delle forze di opposizione in Italia è quindi presupposto ma non condizione sufficiente per strappare l’egemonia.

Per quanto concerne la vera sorpresa di queste elezioni, quindi la lista rosso-verde, occorre decidere ora se AVS deve diventare anche una piattaforma politica strutturata (in tal caso servono spazi di partecipazione e decisionali non sovrapponibili alle due organizzazioni originali) oppure una dignitosissima piattaforma elettorale. Nel secondo caso, almeno per SI, si pone il tema della strutturazione organizzativa in termini almeno di partito con vocazione di massa (nel primo caso avrebbe senso anche il partito di quadri).

Merita una menzione anche il buon risultato raggiunto dalla lista “Pace terra dignità” di Santoro, che col suo 2,2% conferma che vi è una parte della sinistra italiana che fa fatica a riconoscersi nel progetto di Fratoianni e Bonelli.

I risultati di molti Paesi chiave dell’Unione sono nel complesso disastrosi, perché frutto di una sacrosanta opposizione alla guerra interpretata dalle forze più regressive e declinata nel senso più vigliaccamente nazionalistico. Proprio nel momento in cui servirebbe un polo europeo come forza di pace e garante di un ordinato e pacifico multipolarismo.