L’estrema destra sale al potere nel governo di coalizione in Croazia

La formazione di un nuovo governo in Croazia da parte di partiti di centro ed estrema destra sta suscitando preoccupazioni sulla libertà dei media, sui diritti delle minoranze etniche e sulla potenziale vendita di risorse pubbliche.

Di Ana Vračar – Peoples Dispatch

Tre settimane dopo l’effettiva vittoria dell’Unione Democratica Croata (HDZ) alle elezioni parlamentari, il partito ha annunciato un governo di coalizione con il Movimento della Patria di estrema destra. Secondo l’accordo, il Movimento per la Patria si occuperà di tre settori: agricoltura, economia e sviluppo sostenibile, demografia e immigrazione.

Questa ripartizione differisce dalla posizione originaria del partito di estrema destra, che si concentrava sul controllo dei ministeri della cultura, degli affari interni e dell’istruzione. Tuttavia, diverso non significa sorprendente: associato al magnate Pavao Vujnovac, che presumibilmente sostiene finanziariamente le operazioni del Movimento per la Patria, molti hanno ipotizzato che il partito alla fine sceglierà i ministeri che promuovono gli interessi materiali dei suoi benefattori rispetto alle promesse fatte nel suo programma elettorale.

Prima ancora che la distribuzione dei ministeri fosse annunciata, le indicazioni che l’attenzione del Movimento per la Patria si estende al di là degli affari culturali sono state riprese dagli stessi membri del partito. Sandra Benčić del partito verde Možemo! ha avvertito che Mario Radić, una figura di spicco del Movimento per la Patria, ha accennato in più di un’occasione alla possibilità di privatizzare parzialmente la HEP, l’azienda energetica pubblica. Se da un lato questa proposta metterebbe a repentaglio l’interesse pubblico, dall’altro potrebbe avvantaggiare gli attori del settore energetico, tra cui Vujnovac.

Sebbene non sia riuscito a ottenere il Ministero della Cultura, il Movimento per la Patria è riuscito a esercitare la sua influenza in altri settori chiave per il suo programma. In particolare, ha insistito affinché il Partito Serbo Democratico Indipendente (SDSS), eletto per rappresentare la minoranza nazionale in Parlamento, fosse escluso dal governo – obiettivo raggiunto – creando spazio per una possibile rottura all’interno del blocco delle minoranze nazionali. Continuano a spingere per ottenere ulteriori guadagni contro lo stesso gruppo.

Durante tutta la campagna elettorale e dopo, il Movimento per la Patria ha preso di mira in modo aggressivo le rappresentazioni della comunità serba nella vita pubblica e politica. In particolare, si sono concentrati sulla Novosti, un organo di informazione noto per le sue inchieste su questioni che vanno dalla corruzione ai crimini di guerra alla giustizia sociale. Se avranno successo, questi attacchi potrebbero rendere il panorama mediatico ancora più suscettibile alle intimidazioni.

Il Movimento per la Patria ha dichiarato in precedenza la sua intenzione di rivedere il panorama dei media, tra cui la televisione di Stato, la radio e l’Agenzia di stampa croata, con l’obiettivo di “croatizzare” la società e promuovere un’agenda nazionalistica. Sebbene il ruolo di partner minore nella coalizione possa limitare la loro influenza, ciò non ha impedito ai membri del partito di proporre idee piuttosto inquietanti, come l’istituzione di un Museo delle Vittime del Terrore Comunista.

Lo scenario politico potrebbe cambiare ulteriormente dopo le prossime elezioni europee di inizio giugno, alle quali è candidato il primo ministro Andrej Plenković. Molti ipotizzano che Plenković possa cercare una posizione di leadership nell’UE, con conseguente trasferimento a Bruxelles. In questo caso, l’HDZ potrebbe inclinarsi ulteriormente a destra sotto la probabile guida di Ivan Anušić, ex Ministro della Difesa, che condivide stretti legami ideologici con il Movimento per la Patria. Questo potenziale spostamento potrebbe offrire all’estrema destra maggiori opportunità di attuare le sue promesse elettorali, danneggiando la classe operaia, le donne e le minoranze etniche.