Francia, Senato apporva riforma pensioni con procedura voto bloccato. La denuncia del PCF

Il Senato francese, a maggioranza di destra, ha adottato la contestata riforma delle pensioni con 195 voti a favore e 112 contrari, dopo dieci giorni di acceso dibattito e al termine di una nuova giornata di proteste.

Riportiamo la dichiarazione in Senato di Fabien Roussel, segretario del Partito Comunista francese.

 

Da diverse settimane il popolo francese si è sollevato in massa contro la riforma delle pensioni, che costituisce un’importante regressione sociale per la stragrande maggioranza del Paese, che rifiuta il rinvio dell’età pensionabile legale a 64 anni.

Nel corso di questa storica mobilitazione del nostro popolo, il governo e la destra hanno agito di concerto per contrastare questa potente, pacifica e determinata espressione del popolo francese.

Dopo aver deciso insieme di limitare il dibattito attivando l’articolo 47-1 della Costituzione che ha portato alla trasmissione del testo al Senato senza un voto dell’Assemblea Nazionale, dopo il rifiuto del Presidente della Repubblica di ricevere le organizzazioni sindacali che hanno organizzato in modo esemplare la mobilitazione sociale, il dibattito al Senato ha appena preso di nuovo in giro la nostra democrazia!

Denuncio fermamente il voto bloccato deciso dal governo e dalla destra del Senato. Si tratta di una presa di potere insopportabile e di un’ammissione di debolezza che dimostra il rifiuto dei sostenitori di questa riforma di condurre il dibattito in condizioni democratiche.

Saluto l’azione di Eliane Assassi e di tutti i senatori comunisti, insieme ai loro colleghi ecologisti e socialisti, che hanno dimostrato, giorno e notte durante l’esame del testo, la loro totale determinazione a combattere questa riforma e a garantire il rispetto della democrazia e del ruolo indispensabile dei parlamentari dell’alta assemblea, la cui espressione è stata ostacolata dal ricorso multiplo a procedure volte a impedire l’esame degli emendamenti dell’opposizione.

Invito i francesi a intensificare la mobilitazione durante le nuove giornate di azione decise dall’intersindacale sabato 11 marzo e mercoledì 15 marzo, giorno della commissione paritetica, e a chiamare a raccolta i parlamentari che non sono chiaramente contrari alla riforma del governo.

Solo il ritiro del testo o l’organizzazione di un referendum popolare possono permetterci di uscire dalla situazione attuale.

 

Fabien Roussel, segretario nazionale del PCF e deputato del Nord.

Fonte: Pcf.fr

Traduzione in italiano a cura di Sinistra in Europa