Le elezioni politiche per il rinnovo del parlamento tedesco hanno consegnato lo scettro di primo partito ai socialdemocratici della Spd, capaci di scalzare una Cdu che sembra non riuscire a metabolizzare l’ormai imminente uscita di scena di Angela Merkel.
di Adriano Manna
Il principale partito del centro-sinistra tedesco, secondo quelli che sono i principali exit pool, guadagnerebbe oltre 5 punti percentuali ed una cinquantina di seggi in più rispetto al 2017, attestandosi al 25,7% e portando a casa 206 parlamentari.
Per la Cdu il crollo è impietoso: il 18,9% incassato ieri significa una contrazione di 7 punti percentuali rispetto alle scorse elezioni, mentre i 151 parlamentari guadagnati oggi pongono il partito centrista, anche considerandolo insieme alla sua storica costola bavarese della Csu (in leggero calo al 5,2%), in una posizione chiaramente subalterna rispetto al centro-sinistra, anche in un ottica di rinnovo della grande coalizione, che diventa a questo punto solamente una delle ipotesi in campo.
Altro indiscusso vincitore della consultazione elettorale è il partito dei Verdi, che col 14,8% diventa la terza forza politica del paese, scalzando dal podio l’estrema destra dell’Afd (in calo al 10,3%) ed il liberal-democratici di Fdp (sostanzialmente stabili all’11,5%).
La crisi della Linke
Per il partito della sinistra radicale tedesca la partita in gioco era enorme, con il rischio concreto paventato da alcuni sondaggi di ritrovarsi sotto la soglia di sbarramento e quindi incredibilmente fuori dal parlamento.
La Linke, a quanto sembra, sarebbe riuscita per un soffio ad eleggere 39 parlamentari, grazie ad un 4,9% che rappresenta un crollo di consenso enorme per un partito che appena nel 2017 raccoglieva il 9,2% dei consensi.
l congresso del partito, tenutosi nel febbraio di quest’anno, è stato infatti dominato da accesi dibattiti che sembrano non essere arrivati ad una sintesi tra la componente “governista” e quindi più possibilista sull’ipotesi di coalizione di governo con Spd e Verdi, e quella “oltranzista” che vede come fumo negli occhi l’alleanza col centro-sinistra. Questa dialettica è conseguenza, più in generale, dell’ancora non riuscita sintesi tra la componente della storica Sed radicata soprattutto nella Germania dell’Est (dove la Linke ha ancora oggi la maggior parte del suo bacino elettorale) e la “nuova sinistra” dell’Ovest. Una crisi che sembra aver convinto parte del suo elettorato ad orientarsi nell’est verso un voto più pragmatico all’Spd, mentre ad ovest parte del suo elettorato più giovane sembrerebbe essere stata attratto dai Verdi.
Il rebus della coalizione di governo
Allo stato attuale, se questi numeri verranno confermati dallo spoglio in corso, le ipotesi di coalizione di governo sono sostanzialmente due: la riproposizione della grande coalizione tra Spd e Cdu, con i rapporti di forza tra i due principali partiti delle Germania ribaltati a favore dei socialdemocratici, oppure un’inedita alleanza tra Spd, Verdi e liberal-democratici.
Qualsiasi altra ipotesi, a partire da quella paventata da molti a sinistra di una coalizione rosso-rosso-verde tra Spd, Verdi e Linke che ricalcherebbe l’attuale coalizione che governa Berlino, non ha i numeri per essere proposta.
Non è tuttavia da escludere il fatto che la grande coalizione possa aprirsi ad altri partiti, come Verdi o liberali, al fine di dare maggior margine di garanzia ad una maggioranza altrimenti piuttosto risicata, ma questo lo scopriremo solamente nelle prossime settimane di trattative.