Imponente sciopero in Grecia per il disastro ferroviario e contro l’austerità

Continuano le proteste di massa in tutta la Grecia: i lavoratori scendono in piazza per l’incidente del treno Tempi e l’impatto dell’austerità.

Di Ana Vračar – People Dispatch

Ancora una volta, decine di migliaia di persone in Grecia hanno risposto a un appello allo sciopero generale, intensificando le richieste di giustizia per le 57 persone morte nell’incidente ferroviario di Tempi due anni fa e protestando contro le politiche di austerità che hanno contribuito alla tragedia. Dalle prime ore del 9 aprile, i lavoratori hanno inscenato azioni nei loro luoghi di lavoro, mentre le manifestazioni si sono concentrate nelle strade di decine di città.

Il nuovo sciopero generale fa seguito a settimane di proteste e azioni industriali diffuse. Dalla fine di febbraio – quando ricorreva l’anniversario dell’incidente – i sindacati, gli studenti e l’opinione pubblica in generale si sono mobilitati per chiedere responsabilità ai funzionari statali e ai rappresentanti delle aziende. I manifestanti insistono sul fatto che la tragedia di Tempi è stata il risultato diretto della privatizzazione delle ferrovie e del conseguente sottoinvestimento nelle infrastrutture.

Richieste per fermare l’austerità

Sin dalla vigilia del primo sciopero del 28 febbraio, gli attivisti sindacali si sono concentrati sul rafforzamento del movimento operaio per guidare la lotta più ampia contro le politiche anti-popolari del governo e i partiti politici mainstream che le sostengono. Il Fronte Militante di Tutti i Lavoratori (PAME) ha sottolineato l’importanza dello sciopero del 9 aprile in questo processo, descrivendolo come parte di uno sforzo più ampio per costruire un movimento “che non si accontenti delle briciole, che non si faccia intrappolare dalle illusioni parlamentari e che non si compiaccia della logica del male minore”.

Oltre a chiedere la responsabilità per il disastro di Tempi, i manifestanti chiedono la fine di decenni di misure di austerità che hanno colpito tutti gli aspetti della società. Tra le richieste principali ci sono la lotta all’inflazione, l’inversione della stagnazione salariale e l’attuazione di riforme del lavoro per ridurre lo sfruttamento dei lavoratori. Recentemente, i sindacati hanno criticato il governo di Nuova Democrazia per l’approvazione di nuove norme che riducono i contributi dei datori di lavoro per gli straordinari e il lavoro notturno, consentendo loro di beneficiare di manodopera ancora più economica.

I manifestanti hanno anche chiesto la rivitalizzazione di servizi essenziali come l’istruzione e la sanità. Entrambi i settori sono diventati meno accessibili per la classe operaia, con gli operatori sanitari che avvertono di una crisi crescente dovuta alla mancanza di fondi e al sovraccarico di lavoro, dato che in tutto il Paese i posti rimangono vacanti. La sicurezza generale della vita in Grecia è scesa a livelli senza precedenti, una tendenza aggravata dalla piena adesione del governo alla spinta dell’Unione Europea verso la militarizzazione. Come parte di questa tendenza, il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha recentemente annunciato un piano di spesa di 25 miliardi di euro per la cosiddetta difesa nei prossimi 12 anni.

I lavoratori si esprimono contro la complicità nelle guerre degli Stati Uniti e della NATO

Nel frattempo, le infrastrutture della Grecia vengono già utilizzate per trasportare grandi quantità di munizioni e armi. “I treni USA-NATO passano attraverso aree popolate, trasportando costantemente munizioni attraverso città e villaggi, senza alcuna protezione o misura di sicurezza, letteralmente alle spalle della popolazione”, ha dichiarato il PAME. Queste spedizioni includono “tonnellate di munizioni e tritolo per l’Ucraina e proiettili per Israele”, mettendo in pericolo migliaia di vite.

I lavoratori greci si erano già mobilitati in precedenza contro l’uso degli hub logistici locali per le consegne di armi a Israele, chiedendo “la Grecia fuori dai mattatoi della guerra”. Una delle azioni di più alto profilo ha avuto luogo al porto del Pireo, dove i lavoratori portuali hanno bloccato un carico di proiettili alla fine del 2024. Sulla base di queste mobilitazioni di successo, il PAME si è impegnato a continuare a resistere alle politiche e alle entità che chiedono sempre maggiori sacrifici alla popolazione.

Il prossimo passo di questa crescente resistenza sarà la mobilitazione di massa del 1° maggio, in cui i lavoratori e il pubblico in generale alzeranno ancora una volta la voce per una società più umana. “Gli spiriti si sono alzati, i lavoratori parlano”, ha dichiarato il PAME alla vigilia dello sciopero. L’ondata di proteste iniziata a fine febbraio, hanno detto, “dimostra in pratica la forza di una classe operaia che scende in piazza”.