La Polonia si rifiuta di chiedere aiuto alla NATO perché chi ha lanciato i missili è un amico

Peccato che il geniale umorista Gila non sia qui a raccontare cosa è successo in Polonia nelle ultime ore.

Fonte: Insurgente.org

Le agenzie di stampa occidentali si erano lanciate nel “riferire” (nel loro solito stile sensazionale) che la Russia aveva attaccato la Polonia. E ci hanno ricordato che la Polonia è un paese della NATO e, quindi, può invocare il meccanismo affinché l’alleanza militare si precipiti in suo aiuto e si scateni una terza guerra mondiale. Questo è stato detto e scritto dai terminali mediatici del sistema. La Russia ha detto che non era responsabile per quello che è successo e che non avrebbero dovuto provocarla di nuovo con bugie.

Più tardi, e con il passare delle ore, si è detto che i missili erano davvero russi ma non lanciati intenzionalmente, missili senza colpevoli, diciamo. Successivamente, dalla zona in questione, si è parlato di una misteriosa esplosione, senza ulteriori dettagli. Potrebbe essere stato un rifugio per armi o una stufa a gas. La CIA è dovuta uscire allo scoperto per confermare, con suo grande rammarico, ciò che le voci internazionali avevano lasciato trapelare alla stessa riunione del G20, e cioè che erano stati i missili ucraini a causare la morte di almeno due persone sul territorio polacco.

Il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore polacco a Mosca, Krzysztof Krajewski, nell’ambito delle denunce polacche per la caduta di un missile russo suo suo territorio: “L’ambasciatore polacco è stato convocato al ministero degli Esteri russo”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zajárova.

In una dichiarazione rilasciata questo pomeriggio, il ministero degli Esteri russo ha definito “vergognose” la reazione e le false accuse mosse da diversi paesi della NATO sul presunto coinvolgimento della Russia nell’incidente missilistico in Polonia.

Da parte sua, secondo il ministero della Difesa russo, tutte le dichiarazioni dei media polacchi sullo stesso incidente sono “una deliberata provocazione con l’obiettivo di aggravare la situazione”.

 

Che succede adesso?

La ridicolaggine dei governi polacco e ucraino è evidente. Tanto che il primo ha già affermato che non essendo i russi colpevoli, gli articoli 4 e 5 del Trattato non saranno invocati per richiedere l’aiuto della NATO. Il fuoco amico è amico.

 

Articolo 4 della NATO, che è incluso nel Trattato di Washington firmato il 4 aprile 1949, e specifica quanto segue: “Le Parti si consulteranno quando, a parere di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una qualsiasi delle Parti è minacciata”. In questo modo la Polonia potrebbe invocarlo se ritenesse che il suo territorio fosse a rischio e dovrebbe avere il consenso di tutti i membri dell’Alleanza Atlantica.

Articolo 5

“Le Parti concordano che un attacco armato contro uno o più di essi, che abbia luogo in Europa o in Nord America, sarà considerato come un attacco diretto contro tutti loro e, di conseguenza, concordano che se tale attacco si verifica, ciascuno di essi, nell’esercizio del diritto di legittima difesa individuale o collettiva riconosciuto dall’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, aiuterà la Parte o le Parti attaccate, adottando successivamente, individualmente e d’intesa con le altre Parti, i provvedimenti che riterrà necessario, compreso l’uso della forza armata, per ripristinare la sicurezza nell’area del Nord Atlantico.