La sinistra basca conferma il sostegno al Governo Sanchez

Mentre l’attenzione era tutta concentrata sulle elezioni madrilene e sull’abbandono della leadership di Podemos da parte di Pablo Iglesias, la sinistra indipendentista basca ha completato domenica 9 maggio il percorso congressuale avviato all’inizio del 2021.

di Franco Ferrari – Transform! Italia

I delegati di Euskal Herria Bildu hanno rieletto il Presidente uscente Arnaldo Otegi alla guida della formazione politica con l’88,49% dei consensi e confermato la strategia perseguita in questi anni, di costruzione di un’alternativa politica di sinistra al predominio del PNV, il tradizionale partito basco moderato di orientamento democristiano che dirige il governo di Euzkadi in alleanza con il Partito Socialista.

La storia di EH Bildu

Bildu è stato fondato nel giugno 2012 come coalizione di partiti di sinistra. Il principale è Sortu, che raccoglie l’eredità di una serie di movimenti politici regolarmente dichiarati illegali e soggetti alla repressione perché considerati fiancheggiatori dell’ETA (Batasuna, Herri Batasuna). Con l’abbandono della violenza come strumento di lotta politica da parte dell’ETA, si sono aperti nuovi spazi di iniziativa politica legale che sono stati ampiamenti utilizzati dalle formazioni politiche indipendentiste.

Alla formazione di EH Bildu hanno partecipato anche Eusko Alkartasuna (EA), Alternatiba e Aralar. Eusko Alkartasuna nasce da una scissione di orientamento socialdemocratico del PNV. Alternatiba è sorta da una scissione di Ezker Batua, referente di Izquierda Unida in Euzkadi fino alla rottura avvenuta nel 2011. Aralar, infine proveniva da una scissione di una componente critica di Herri Batasuna contraria al ricorso al terrorismo da parte di ETA. Aralar ha deciso di sciogliersi nel dicembre del 2017 e i suoi militanti continuano ad operare all’interno di EH Bildu.

Alle prime elezioni alle quali la coalizione si è presentata, nel luglio del 2012, per il rinnovo del Parlamento basco, il risultato ha dimostrato il radicamento sociale della sinistra indipendentista. EH Bildu ottenne 277.923 voti pari al 25,0% con 21 parlamentari.

Nel 2014 ha deciso di partecipare alla formazione di una lista comune con organizzazioni indipendentiste di altre realtà della Spagna, in particolare il Blocco Nazionalista Galiziano, per concorrere alle elezioni europee, riuscendo a far eleggere Josu Juaristi. All’interno della coalizione si era aperto un dibattito sulla scelta del gruppo parlamentare europeo al quale affiliarsi. Mentre Aralar e Eusko Alkartasuna erano favorevoli ad entrare nel sottogruppo delle formazioni indipendentiste (Alleanza Europa Libera) collegato al gruppo Verde, l’orientamento di Sortu ha pesato a favore dell’adesione al GUE-NGL. Avendo deciso una staffetta nell’ambito della lista “Los Pueblos Deciden”, con il subentro di un rappresentante del BNG al posto di Juaristi, il nuovo parlamentare galiziano ha aderito al gruppo dei Verdi.

Nelle elezioni politiche spagnole del 2015 e del 2016, EH Bildu ha subito un arretramento perdendo voti a favore di Podemos. Il successo della formazione di Pablo Iglesias in Euzkadi, per quanto si sia poi rivelato un fenomeno passeggero, ha spinto la sinistra abertzale a superare un certo settarismo e a proporsi più nettamente come forza di cambiamento sociale oltre a difendere la prospettiva della creazione di uno Stato basco indipendente.

Nel giugno del 2017, EH Bildu ha tenuto il suo primo congresso con il quale ha sancito quella che è stata definita come una “rifondazione” della formazione politica. E’ stata superata la forma della pura coalizione tra partiti per dar vita ad una struttura politica permanente, senza però imporre lo scioglimento dei partiti costituenti. Solo Aralar ha deciso l’autosuperamento come formazione dotata di un’identità organizzativa specifica. Il Congresso ha eletto Arnaldo Otegi, esponente storico della sinistra abertzale e reduce da parecchi anni di prigione, come coordinatore generale.

Nelle elezioni politiche del 2019 EH Bildu ha recuperato i voti persi in precedenza raggiungendo il massimo dei consensi con 277.621 voti (tra Paesi Baschi e Navarra) pari all’1,15%, con quattro eletti alle Cortes. Lo stesso anno nelle elezioni per il parlamento basco ha ottenuto il 23,98%.  Nelle elezioni per il Parlamento europeo ha formato una coalizione nella quale sono confluiti oltre a EH Bildu e al BNG anche l’Esquerra Republicana Catalana. Il parlamentare basco eletto, Pernando Barrena, ha aderito a The Left (GUE-NGL). Sortu, la principale componente della coalizione, partecipa come osservatore al Partito della Sinistra Europea.

Alle Cortes la sinistra basca ha sostenuto il governo Sanchez premendo per caratterizzarne a sinistra le politiche sociale (in particolare sulla politica abitativa e per i diritti dei lavoratori), un orientamento comune a quello assunto da Unidas Podemos, la confluenza di Podemos e Izquierda Unida, oggi guidata dalla Ministra del Lavoro e Viceprimaministra Yolanda Diaz. Nel dicembre scorso ha votato a favore del Bilancio dello Stato, un passaggio essenziale per garantire la continuità del governo di sinistra.

Il secondo Congresso da poco concluso ha confermato la volontà di fare di EH Bildu un soggetto politico a tutti gli effetti, organizzato sul territorio e presente nella società con un’identità che non sia solo la sommatoria dei singoli partiti. Qualche difficoltà è emersa dentro Eusko Alkartasuna per l’emergere di un componente che ritiene che il partito sia stia eccessivamente annullando dentro la coalizione.

Otegi e la lotta contro l’ultradestra

Dopo la sua rielezione alla guida di EH Bildu, Arnaldo Otegi è stato intervistato dal sito Publico avendo evidentemente presente il successo della destra nelle elezioni per la Comunità madrilena1.

La strategia della sinistra basca si muoverà lungo tre direzioni, ha spiegato Otegi: “Per prima, la battaglia delle idee che occorre dare attorno a questi concetti: l’accumulazione del capitale di fronte alla vita e l’autoritarismo di fronte alla libertà. Credo che la sinistra debba fare una riflessione sulla libertà perché la destra e l’ultradestra non si approprino di questo concetto. La libertà non è bere una birra su una terrazza, è molto di più. In questa battaglia delle idee dobbiamo articolare un discorso ideologico in termini di attacco. In secondo luogo, il nostro indipendentismo è anche internazionalista, e continuiamo a pensare che il meglio per classi popolari del nostro paese sia meglio formare una nostra repubblica. Inoltre parliamo di trasformazione sociale, ponendo al centro la suddivisione della ricchezza.”

Oltre alla battaglia delle idee, l’ultradestra, secondo Otegi si batte “offrendo un’alternativa credibile, che crei ottimismo e fiducia nelle classi medie e lavoratrici. Le classi medie, che adesso sono spaventate, stanno alimentando l’autoritarismo tanto nello Stato (spagnolo) come in Europa, perché considerano che ci sia una scala sociale nella quale sempre hanno potuto salire e adesso stanno andando verso il basso e proletarizzandosi. Se non sappiamo intendere questa paura e dare sicurezza, queste classi medie voteranno in modo reazionario. Le sinistre devono recuperare il loro racconto, la loro narrativa”.

Sulla decisione di Pablo Iglesias di abbandonare ruoli politici, Otegi, che sottolinea di avere buone relazioni personali con l’ex leader di Podemos, dichiara di non voler entrare pubblicamente sulla questione, ma in effetti, un giudizio lo esprime. Ritiene che aver annunciato il ritiro la notte stessa delle elezioni abbia voluto dire “regalare un secondo trionfo alla destra”.

Per il leader basco esiste un ampio spazio per la collaborazione “tra le sinistre delle nazioni senza Stato con quelle dello Stato”. La sinistra deve costruire fronti ampi con un programma minimo: modello territoriale, risoluzione democratica del problema nazionale, ripartizione della ricchezza e consolidamento del regime democratico. Al Governo Sanchez EH Bildu, oltre alle questioni attinenti il problema nazionale e la politica penitenziaria, chiede che realizzi proposte sociali di carattere progressista, di sinistra, che garantiscano alla gente i diritti fondamentali. Questo “è il primo governo di coalizione con un partito alla sinistra del PSOE dalla Seconda Repubblica, e questo si deve notare. Adesso bisogna tradurre in pratica (i contenuti del programma di Governo) perché arretrare è lasciare la strada aperta alla reazione”.