Polonia, prima cauta vittoria delle donne per il diritto all’aborto

La potente mobilitazione in tutta la Polonia contro le nuove restrizioni sul diritto all’aborto inizialmente messa in atto dai movimenti femministi, a cui hanno successivamente aderito movimenti per i diritti LGTB e poi studenti e lavoratori, ha conseguito un primo risultato.

Il governo polacco guidato dal partito di destra Diritto e Giustizia (PiS) non ha fatto pubblicare in Gazzetta Ufficiale la sentenza con cui il Tribunale costituzionale, lo scorso 22 ottobre, avrebbe reso illegale abortire anche in caso di malformazioni fetali.

Allo stato attuale quindi, le ulteriori restrizioni sull’aborto non sono entrate in vigore, ma il movimento delle donne non intende abbassare la guardia confermando integralmente l’agenda delle prossime mobilitazioni, che dovrebbero culminare in uno sciopero generale.

L’attivista femminista polacca Emila Debeska sostiene che bisogna prendere con le pinze i nuovi annunci del governo e mantenere viva le mobilitazioni. “Vediamo che succede – aggiunge -, è vero che la legge non è stata per ora applicata ma non c’è da fidarsi del governo. Il presidente, che non può negare la protesta, vorrebbe presentare una legge meno restrittiva ma non è ancora così, e non è questo che vogliono le donne polacche. Le donne polacche vogliono la libertà, la possibilità di decidere del proprio corpo”.