Portogallo, l’incredibile fake news dei media privati contro il partito comunista

Da diversi mesi il Partito comunista portoghese, alleato istituzionale del governo socialista di António Costa, è oggetto di una pressante campagna di calunnie, che hanno come principale tramite i media televisivi privati del paese iberico.

La prima grande calunnia ha riguardato la presunta messa a reddito per fini speculativi del patrimonio immobiliare del partito, facilmente smontata dal fatto che i bilanci risultino in pareggio e le numerose sedi del partito sono espressione di un radicamento sul territorio storicamente capillare.

La seconda parte della campagna di calunnie ha sfiorato il ridicolo, prendendo di mira la tradizionale Festa ufficiale del giornale del partito (l’Avante!), il più grande evento politico del Portogallo che ogni anno, nella prima settimana di settembre, attira oltre 30.000 partecipanti.

In un primo momento la campagna ripresa da tutti i media privati si è concentrata sui presunti guadagni netti derivanti dalla festa per il partito comunista, che sarebbero stati pari a 2 milioni di euro l’anno (cosa che per altro, se fosse vera, dimostrerebbe unicamente una grande capacità di autofinanziamento legittimo e trasparente per la propria attività politica). Peccato che i media, come si è poi potuto appurare dai bilanci ufficiali, abbiano riportato unicamente gli incassi scomputandoli da tutte le spese sostenute per la sua organizzazione, dal quale risulta che la festa riesce solitamente a coprire appena le sue spese (e neanche sempre, visto che risultano diverse edizioni in perdita negli ultimi anni).

Ma l’ultima parte della campagna diffamatoria ha assunto proporzioni grottesche: l’emittente televisiva privata SIC ha trasmesso durante la propria striscia informativa una falsa prima pagina del “New York Times”, nella quale si denunciava come in Portogallo la Festa de l’Avante! rappresentasse un vero e proprio suicidio di massa per ragioni sanitarie legate al Covid.

La grottesca campagna mediatica è durata appena 15 minuti, durante i quali l’emittente è stata inondata di critiche dai telespettatori per l’evidente falso creato ad hoc dagli oppositori della festa, trovandosi costretta a fare scuse pubbliche.

La festa si è poi svolta normalmente, in stretto coordinamento con la Direzione Generale della Sanità che ha dettato le disposizioni sanitarie, scrupolosamente seguite da tutti i partecipanti, per prevenire la diffusione del Covid-19.