Berlino ha perso un luogo simbolo della sinistra radicale tedesca: il centro sociale Liebeg 34, una roccaforte anarco-femminista nel quartiere Friedrichshain.
Nelle operazioni di sgombero, avvenute nella mattina del 9 ottobre, hanno preso parte 1.500 agenti delle forze dell’ordine, tra cui alcuni reparti speciali, inviati da otto diversi Stati della federazione tedesca.
Lo stabile, occupato più di 30 anni fa, rappresentava la più straordinaria esperienza socio-culturale del celebre Wohnproject (progetto abitativo) di Berlino Est, sviluppatosi negli anni immediatamente successivi alla caduta del muro, rendendo la città epicentro della scena underground europea.
All’interno del palazzo, già dalle prime ore dell’alba, si erano barricati 57 attivisti, mentre altre centinaia provenienti da tutta la Germania si sono radunate per strada dove si sono verificati violenti tafferugli con le forze dell’ordine.
7.41 Uhr. Lage an Rigaer / #Liebig34 eskaliert. Polizisten schlagen sich mit Demonstranten. Auslöser für mich unklar, war hier direkt neben mir. @welt pic.twitter.com/JQLZP9L3Tj
— Ibrahim Naber (@IbraNaber) October 9, 2020
Con lo sgombero di “Liebig 34” prosegue lo smantellamento di ciò che rimane delle 130 occupazioni collettive dei palazzi già di proprietà pubblica prima della svendita agli “imprenditori” dell’Ovest. Appena il mese scorso era avvenuta la chiusura forzata del “Syndakat”, altro centro sociale di Friedrichshain fondato anch’esso trent’anni anni fa.