Spagna, il governo Sanchez blocca il rincaro delle bollette elettriche

Il governo Sanchez ha approvato ieri in Consiglio dei ministri un pacchetto per limitare l’aumento dei prezzi dell’energia in bolletta. Tra le misure previste dall’esecutivo di sinistra c’è il taglio di diverse imposte e la redistribuzione degli introiti delle compagnie energetiche che non dipendono dal gas.

Le misure, fortemente volute da Unidas Podemos, nella sostanza andranno a toccare i profitti solo formalmente legittimi delle imprese energetiche tutelando in questo modo le tasche dei consumatori, a differenza di quanto accadrà in Italia con l’esecutivo Draghi dove il Ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, si è al momento limitato ad avvisare che nel prossimo autunno le bollette della luce potrebbero aumentare del 40%.

La Spagna, dunque, ha deciso di fissare un tetto ai profitti illegittimi, per quanto legali, di cui le imprese beneficiano grazie alle bollette energetiche e di utilizzare quelle risorse per ridurre, da un lato, quella parte di costi che servono, ad esempio, a portare energia sulle isole e, dall’altro, per ridurre la tassazione sulle bollette energetiche che gli spagnoli e le spagnole pagano.

Le tasse sull’elettricità passeranno in Spagna dal 5,1% allo 0,5%, e lo stesso Sanchez in una intervista alla tv ha poi dichiarato: “Toglieremo gli straordinari profitti che stanno realizzando le compagnie energetiche e li passeremo ai consumatori”. La mossa non riguarderà tutte le aziende energetiche ma solo quelle che se lo possono permettere, ha spiegato Sanchez alla rete RTVE senza entrare più nello specifico. Altre fonti governative raccolte da El Pais spiegano: la misura sarà in vigore fino a marzo 2022 e toccherà idroelettrico e nucleare, visto che gli impianti non sostengono costi maggiori in quanto non dipendono dal gas ma beneficiano di maggiori introiti.