Spagna, il governo Sánchez reintroduce tutele contro il licenziamento

Un nuovo importante provvedimento per il governo Sánchez sostenuto dalla coalizione socialisti-Unidas Podemos, che dopo aver aumentato il salario minimo ha approvato ieri in Consiglio dei ministro un decreto legge reale che comporta l’abrogazione del licenziamento per congedi medici, che minava uno dei pilastri dello statuto dei lavoratori.

di Adriano Manna

Si tratta della prima misura volta a smantellare la riforma del lavoro fatta nel 2012 dal Partito Popular di Rajoy, un provvedimento che poi ispirò per molti aspetti il nefasto Jobs Act italiano promosso dal governo Renzi.

La ministra del Lavoro e dell’economia sociale, Yolanda Díaz, ha annunciato che questa è solo la prima di una serie di misure in cantiere da parte del governo per ripristinare un più alto livello di tutela del lavoro “Con i diritti umani non c’è negoziazione”, ha affermato Díaz nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri: l’eliminazione approvata oggi, ha detto, serve a “riparare un’anomalia”, dal momento che che ci sono state diverse interpretazioni nei tribunali sulla legalità di questo meccanismo oggettivo di licenziamento.

“Il governo spagnolo impedisce che i più vulnerabili vengano licenziati. Devono essere appositamente protetti. Quando siamo ammalati, dobbiamo preoccuparci solo di una cosa: guarire noi stessi”, ha sottolineato Díaz , ricordando che questo decreto è conforme al primo dei punti  dell’accordo del governo PSOE e Unidos Podemos sull’abrogazione della riforma del lavoro del 2012, per il quale ha chiesto “che il dialogo sociale vada bene”.

La tipologia di licenziamento oggettivo introdotto nel 2012, che è ora abrogata, consentiva il licenziamento di un lavoratore – con un compenso pari alla retribuzione di 20 giornate lavorative – per aver perso otto giorni con un congedo medico in due mesi consecutivi, prevedendo tuttavia alcune eccezioni.

Il ministero del Lavoro si è inoltre avvalso di una recente sentenza della Corte di giustizia UE, che denunciava come questo tipo di licenziamento oggettivo poteva comportare discriminazioni per le persone con disabilità, nonché discriminazioni di genere.

A tal proposito, la Corte di giustizia UE ha recentemente emesso una sentenza simile relativamente al Jobs Act italiano, su cui però il governo italiano sembra al momento tenersi alla larga da una proposta di modifica.