L’Ucraina mette al bando 11 partiti di opposizione

Il Governo ucraino ha appena dichiarato fuorilegge la gran parte dei restanti movimenti politici di opposizione, molti dei quali presenti anche in parlamento.

Si tratta di Piattaforma di Opposizione – Per la Vita (43 deputati), Unione Pan-Ucraina “Patria” (26 deputati), Blocco d’Opposizione (6 deputati), Partito di Shariy (dal nome del blogger che lo anima), Opposizione di Sinistra, Unione delle Forze di Sinistra, Partito socialista progressista ucraino, Partito Socialista dell’Ucraina, Socialisti, e Blocco Vladimir Saldo che avevano nella Rada altri 43 deputati.

Nei fatti ad oggi è legale la sola attività parlamentare dei partiti di governo e della sola opposizione di estrema destra di “Svodoba”.

Questa messa al bando segue quella del Partito Comunista, dichiarato fuorilegge nel 2014 subito dopo il colpo di stato dell’Euromaidan e confermato tale nel 2015 dopo che fu respinto il suo ricorso contro l’illegalizzazione.

La versione ufficiale fornita dal governo di Kiev è che questi partiti avrebbero legami diretti con Mosca, ma per la gran parte di loro è impossibile dimostrare un legame simile. Anche per quanto concerne l’accusa di presunta “attività antipatriottica” in un contesto di guerra in cui è ovviamente in vigore la legge marziale, occorre ricordare che le attività del parlamento ucraino sono congelate, non a caso le opposizioni sono insorte denunciando che l’abuso del governo  di Kiev sarebbe finalizzato a evitare qualsiasi possibile critica sulla gestione dell’emergenza.

Il governo Zelensky ha inoltre appena approvato un decreto con cui si giungerà nel brevissimo periodo all’unificazione di tutte le trasmissioni televisive del paese, sottolineando con questo l’importanza di “una politica d’informazione unificata” sotto la legge marziale, così come riportato dall’agenzia di stampa Reuters che cita l’Ufficio della presidenza ucraina.