Uk, finisce l’era Corbyn. Il saluto del leader

Finisce ufficialmente l’era Corbyn nei Labour, che attraverso le primarie interne degli iscritti hanno consegnato le chiavi del partito a Keir Stramer e alla sua vice Angela Rayner. Un’elezione che rappresenta una chiara rottura con la fase corbynista del partito della sinistra britannica ed un ritorno alla linea della “soft left” del duo Brown/Miliband.

Jeremy Corbyn, con un lungo post su Facebook, di cui forniamo una traduzione, ha salutato militanti ed elettori che lo hanno sostenuto in questi ultimi, difficilissimi, anni:

Spero che voi e le vostre famiglie siate al sicuro e in salute. Vorrei ringraziare in particolare le migliaia di voi che lavorano in posizioni e professioni chiave e coloro che si sono organizzati in gruppi di mutua assistenza per aiutare la propria comunità locale.

Mentre mi ritiro come leader, voglio anche ringraziarvi per tutto il sostegno che avete dato al partito, e a me personalmente, negli ultimi quattro anni e mezzo. È stato l’onore della mia vita guidare questo partito. I nostri membri sono la mia fonte di ispirazione, e sono così orgoglioso che siamo diventati un partito forte di quasi 600,000 iscritti. Ho fatto dell’incontrare i membri del partito in ogni parte del paese una priorità, e ho imparato moltissimo da voi.

Molti dei problemi su cui abbiamo basato la nostra campagna negli ultimi anni sono stati resi ancora più evidenti dalla crisi causata dal Coronavirus. Ha evidenziato il sottofinanziamento del nostro sistema sanitario nazionale e assistenziale, risultato di un’austerità dannosa e controproducente, la mancanza di diritti sul lavoro, il livello scandalosamente basso degli ammortizzatori sociali, nonché l’insicurezza e la mancanza di soluzioni abitative.

La crisi ha anche ricordato a tutti come le persone che sostengono la nostra società non sono i miliardari dei fondi di investimento, ma gli addetti alle pulizie, gli infermieri, i commessi del supermercato – molto spesso donne e migranti a bassa retribuzione. La forza del nostro partito è che è radicato nei nostri luoghi di lavoro e nelle comunità in tutta la loro diversità.

Negli ultimi cinque anni abbiamo cambiato l’agenda dell’austerità e della gestione dell’economia. Nel 2015, l’opposizione alle politiche di austerità è stata vista come radicale; oggi è parte del mainstream politico. Una maggioranza del pubblico sostiene i Labour su questioni quali la proprietà pubblica e la tassazione dei più ricchi. Ora guardiamo avanti come un partito di inclusione economica, giustizia climatica, pace e diritti umani.

Naturalmente avremmo potuto raggiungere tanti obiettivi al governo, e mi dispiace che sotto la mia guida non ci siamo arrivati. Nel 2017 ci siamo andati vicino, ottenendo il più grande aumento del voto popolare dal 1945. Purtroppo, le elezioni del 2019 sono state un voto sulla Brexit e il nostro tentativo di colmare il divario tra gli elettori Leave e Remain non ha avuto successo.

Credo fermamente che insieme abbiamo le idee, le politiche, l’energia e l’organizzazione per portare alla vittoria un governo laburista la prossima volta. Possiamo costruire una società basata sulla giustizia sociale, l’uguaglianza e la cura del nostro ambiente. Ma ciò non arriverà a meno che non combattiamo per ottenerlo.

Il nostro partito è cresciuto partendo dalle comunità locali ed è lì che dobbiamo concentrare i nostri sforzi, come abbiamo sempre fatto. Continuerò a sostenere le questioni e i principi che mi hanno motivato come leader, come deputato, come consigliere e come membro del partito da più di 50 anni. Posso assicurarvi che la mia voce non si affievolirà. Sarò là fuori a sostenere il socialismo, la pace e la giustizia, e sono sicuro che lo faremo insieme.