Whatsapp, società di proprietà di Facebook dal 2014, ha adottato una nuova politica sulla privacy che modifica le regole di condivisione dei dati, che entrerà in vigore entro l’8 febbraio 2021.
di Sasank e Prabir Purkayastha* – Peoplesdemocracy.in
Nell’ambito di questa nuova politica, WhatsApp condividerà i dati con Facebook, la sua società madre, con riguardo alle chat degli utenti, alle connessioni, alle informazioni sulla posizione e sui dispositivi, alle transazioni e ai pagamenti. Condividerà inoltre i dati delle nostre interazioni con altre aziende che utilizzano Facebook come piattaforma. La protesta pubblica per la nuova politica sulla privacy ha provocato un esodo verso alternative più sicure come Signal. I download settimanali di Signal e Telegram, un’altra popolare applicazione di messaggistica, sono aumentati nell’ordine di milioni, insieme a un significativo calo dei nuovi download di WhatsApp.
WhatsApp ha iniziato a condividere i dati dei suoi utenti con Facebook dal 2016, violando la garanzia che aveva dato ai suoi utenti nel 2014 quando Facebook acquisì la piattaforma di messaggistica. Nel 2016, ha cambiato la sua politica di riservatezza verso Facebook, riconoscendo ai suoi utenti di allora una ristretta finestra di opzione di uscita di 30 giorni.
Da allora, chiunque si iscriva a WhatsApp deve leggere la sua proposta di accordo di 8.000 parole per trovare la clausola sulla condivisione dei propri dati e rinunciare a condividere i propri dati con Facebook. Come è noto, praticamente nessuno passa attraverso questo tortuoso esercizio. La stragrande maggioranza degli utenti condivide i propri dati con Facebook. Tuttavia, esisteva almeno una disposizione che prevedeva per gli utenti il diritto di scegliere di non condividere i propri dati. La politica proposta ora, elimina questa opzione di scelta. Brian Acton, co-fondatore di WhatsApp, ha lasciato Facebook dopo il cambiamento di policy del 2016 e la violazione delle garanzie di Facebook agli utenti di WhatsApp. Ha fondato poi Signal Foundation, fondazione senza scopo di lucro, per creare l’applicazione Signal che sta ora emergendo come alternativa a WhatsApp sui servizi di messaggistica criptata.
In India, Facebook ha ottenuto l’autorizzazione per l’utilizzo di WhatsApp per i pagamenti – WhatsApp UPI – nel novembre dello scorso anno. È stato subito dopo che Facebook ha pompato 5,7 miliardi di dollari (USA) nella piattaforma Reliance Jio. Il regolatore indiano – NPCI (National Payments Corporation of India) – ha chiesto che i dati di WhatsApp siano tenuti separati da Facebook. Dalla dichiarazione del suo App store non risulta che Facebook abbia seguito questo requisito normativo e la sua nuova politica di condivisione dei dati con Facebook è un’esplicita violazione delle indicazioni dell’NPCI.
È interessante notare che, sotto la pressione dei regolamenti dell’UE e del Regno Unito, i dati di WhatsApp non vengono condivisi con Facebook, una disposizione che Facebook dice di seguire. Per il resto, compresi gli Stati Uniti, si tratta di dati su vasta scala. E come sappiamo, i dati sono la linfa vitale dell’economia digitale.
Spaventato dall’esodo di massa da WhatsApp, Facebook intende limitare i danni. Ha assicurato ai suoi utenti che i contenuti dei messaggi criptati di WhatsApp non saranno letti o condivisi con Facebook o altre aziende. Nel tentativo di arginare la marea di abbandoni, WhatsApp ha pubblicato costosi annunci a tutta pagina sui principali quotidiani dell’India. Ricorda il tentativo fallito di influenzare le persone con informazioni fuorvianti ai tempi di Free Basics. Ciò che dimentica di menzionare è ciò che farà con tutta la serie di dati diversi dal contenuto dei messaggi. Questi dati, come indica la sua politica sulle applicazioni, sono condivisi con altri, compresa la sua società madre, Facebook.
Prima di verificare le altre sue affermazioni, vediamo come WhatsApp descrive le sue politiche di condivisione dei dati nell’Apple App Store.
Le dichiarazioni di Whatsapp-Facebook, facciamo i conti con la realtà
Quali sono le affermazioni di Facebook e qual è la realtà?
1.WhatsApp non può vedere i tuoi messaggi privati, quindi non può condividerli con Facebook o con terzi: WhatsApp sostiene che, poiché il contenuto dei messaggi è criptato da cima a fondo, solo il mittente e il destinatario possono vederli. Accanto ai messaggi raccolgono informazioni utilizzate per “personalizzare le funzioni”, “mostrare offerte e annunci pertinenti”, “dare suggerimenti” ecc. Quindi, utilizzano una serie di metadati come dichiarato nella loro dichiarazione su App Store. I metadati sono cruciali quanto i dati reali, perché monitorano il nostro comportamento sulla piattaforma e violano la nostra privacy.
2. WhatsApp non può vedere la tua posizione condivisa: Questa è un’altra sfacciata bugia. Anche se non dai a WhatsApp l’autorizzazione per rilevare la tua posizione, l’app valuterà la tua posizione geografica utilizzando un indirizzo IP e poi lo condividerà con Facebook.
3. WhatsApp non condivide i tuoi contatti: Secondo WhatsApp, il numero di telefono dei contatti e il tuo numero di telefono sono memorizzati sotto forma di “hash crittografico”. In teoria, significa che non sono memorizzati in forma grezza, ma in un formato che rende difficile l’identificazione del numero di telefono. Tuttavia, si tratta di una dichiarazione ingannevole perché il tuo numero di telefono fa parte delle informazioni del tuo account che vengono memorizzate da WhatsApp e condivise con Facebook. Quindi, anche se i numeri di telefono dei tuoi contatti sono memorizzati in forma criptata, WhatsApp può comunque identificare la persona, in quanto le informazioni del suo account non sono criptate. Inoltre, gli account di Facebook, Instagram, WhatsApp in esecuzione sullo stesso dispositivo sono collegati non appena installate sul telefono.
4. I gruppi WhatsApp rimangono privati: Questa affermazione si basa sul fatto che il numero di telefono e tutte le informazioni associate utilizzate per identificare gli individui sono memorizzate solo sotto forma di hash crittografico. Abbiamo visto che non è così e che le informazioni di identificazione personale vengono condivise con Facebook. Di recente abbiamo potuto constatare che i link degli inviti di gruppo sono stati utilizzati per estrarre informazioni sui membri del gruppo e resi accessibili ai motori di ricerca.
5. Condivisione dei dati delle interazioni aziendali: WhatsApp sostiene che solo le interazioni con gli account aziendali saranno interessate dalla nuova politica sulla privacy. Ciò conferma che WhatsApp non solo raccoglierà e memorizzerà le informazioni sulle nostre interazioni con questi account aziendali, ma le condividerà anche con Facebook. Anche la condivisione di un articolo con qualcuno facendo clic su un pulsante di condivisione WhatsApp su un sito di notizie è considerata interazione. WhatsApp separa le “chat con amici e familiari” dalle “chat con le aziende” e considera la prima “privata” e la seconda no. Questo tradisce il pensiero di Facebook, considera tutti i tuoi dati come un gioco per la sorveglianza e per fare soldi.
Interazioni con gli account aziendali
La Corte Suprema dell’India ha affermato che la privacy è un diritto fondamentale di tutti i cittadini indiani. Purtroppo, una legge sulla protezione dei dati che renderà esigibile questo diritto fondamentale non è ancora stata definita dal governo Modi. Vale la pena di ribadire che anche l’interazione che abbiamo con qualsiasi attività commerciale vale solo tra le parti e l’accesso ingiustificato a tali informazioni è una violazione della privacy.
Monitorando le nostre interazioni con gli account aziendali, WhatsApp mira a raccogliere non solo le nostre chat, ma tutte le informazioni relative alla nostra attività su varie app/siti di terze parti. Ad esempio, se un sito di intrattenimento ti invia la conferma per la visione di un film o se acquisti qualcosa attraverso un’applicazione e-commerce che ti invia una fattura, questa verrà raccolta da WhatsApp. Tutti questi dati saranno condivisi anche con Facebook e poi saranno utilizzati per mostrarti annunci correlati quando sei su WhatsApp o Facebook. WhatsApp sarà l’unico soggetto a decidere quali aziende sono autorizzate a mostrare annunci. In questo modo, WhatsApp sarà in grado di costringere queste aziende a condividere i nostri dati con Facebook e consentire a Facebook ad acquisire ancora più dati su di noi.
La minaccia di Facebook alla privacy e alla democrazia
Le acquisizioni da parte di Facebook di Instagram e WhatsApp, ha determinato un regime di monopolio dei social media che sfrutta i dati degli individui e delle comunità a scopo di lucro. La sua crescita è direttamente proporzionale all’erosione sistematica della privacy degli utenti. Collegare i dati di WhatsApp a Facebook senza alcuna ragione apparente se non quella di monitorare il nostro comportamento sui social media e controllarlo, rafforzerebbe ulteriormente questo monopolio. Permetterà inoltre a Facebook di sfruttare i nostri dati per il micro-targeting. L’indebolimento della privacy degli utenti è il motivo principale delle cause legali anti-monopolio intentate dalla Federal Trade Commission e da 46 governi statali contro Facebook.
Abbiamo anche assistito a significative fughe di dati da Facebook (Cambridge Analytica) e WhatsApp (Pegasus) separatamente. Il collegamento di tutti i dati degli utenti non fa che aumentare ulteriormente il rischio di queste fughe di dati. La condivisione dei dati tra WhatsApp, Facebook e altre aziende non fa altro che aumentare la molteplicità delle minacce. Collegate le banche dati, si imposterà un processo irreversibile e non ci sarà modo di disaccoppiare i dati.
Utilizzando i profili, gli interessi e le conversazioni delle persone per classificarle in micro gruppi mirati e poi suggerendo annunci per la modifica dei comportamenti, Facebook sta già sovvertendo il nostro processo democratico. I dati di Facebook, oltre che per le elezioni negli Stati Uniti e la campagna sulla Brexit, sono stati utilizzati per sovvertire le elezioni anche in India. Se i dati di WhatsApp vengono accoppiati con i dati esistenti di Facebook, si creerebbe una minaccia ancora più grande per la nostra sovranità e sicurezza nazionale.
*La traduzione in italiano è a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare per il sito resistenze.org