Claudio Cerasa nel suo editoriale del 28 dicembre pubblicato su Il Foglio dice una grande verità: “l’Iran con l’arresto di Cecilia Sala ha toccato quello che l’Occidente considera intoccabile, la nostra libertà”. Ecco, dietro questa frase retorica vi è in realtà un grande non detto del pensiero liberale nostrano: la libertà di giornalismo è un valore assoluto ma unicamente “nostro”, quindi da relativizzare alla sola civiltà occidentale.
Di Adriano Manna
Se ci cimentassimo nella ricerca di un editoriale firmato dallo stesso Cerasa sui 200 giornalisti ammazzati a Gaza non lo troveremmo.
Ci piacerebbe avere letto anche un suo editoriale sulla repressione dei giornalisti in Ucraina, sull’uccisione del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, ma nulla.
Ovviamente esiste una versione appositamente impacchettata per giustificare questo silenzio: a Gaza i jihadisti si travestono sistematicamente da giornalisti (!), per questo vengono presi di mira e uccisi dall’Idf. Per Andrea Rocchelli invece, 22enne padovano colpevole di aver filmato le sofferenze della popolazione civile durante la guerra in Donbass, la versione ufficiale è più complessa: ucciso a freddo da colpi di mortaio sparati dell’esercito ucraino, il governo italiano ha prima accettato la versione di Kiev che parlava di un gesto isolato di un suo militare, salvo poi scagionarlo. Successive confessioni anonime di militari ucraini confermarono che in realtà si trattava di un ordine esplicito dei superiori.
Il tema non è quello della difesa della libertà di informare, principio sacro per qualsiasi pensiero progressista, di sinistra o semplicemente democratico. Quello che appare a molti insopportabile è l’ipocrisia del nostro sistema mediatico, che sembra scoprire la repressione dell’informazione solo quando questa viene perpetrata dai “nemici” dell’Occidente, per poi tacere meschinamente quando la mano che colpisce giornalisti e fotoreporter è quella di un governo amico parimenti incline, magari, a esercitare il potere con metodi autoritari non così dissimili.
E allora viva Cecilia Sala, e viva la libertà di informare sempre, anche quando si documenta qualcosa di scomodo per i nostri governanti.