Ad Ankara riparte il processo farsa per annientare il partito curdo HDP

Il Partito Democratico dei Popoli (HDP), partito di opposizione curda in Turchia, ha dichiarato oggi di lottare per “la democrazia, la pace, l’uguaglianza e la libertà del Paese”, mentre ad Ankara si riapre un processo di massa contro i suoi membri.

di Steve Sweeney – Morning Star

Il co-presidente Pervin Buldan ha affermato che il cosiddetto processo di Kobane, in cui sono stati incriminati più di 100 alti esponenti dell’HDP, è un tentativo di eliminare i curdi dall’arena politica.

“Oggi viviamo in un periodo in cui importanti attori della storia politica curda vengono incriminati per un’accusa creata per motivi politici”, ha dichiarato in vista dell’udienza di ieri.

I procuratori chiedono l’ergastolo per i 108 imputati, che devono rispondere di una serie di gravi accuse, tra cui “turbamento dell’unità dello Stato” e 37 accuse di omicidio.

Sono accusati di aver causato la morte dei loro stessi sostenitori invitando a protestare in strada in difesa della città siriana di Kobane, tenuta sotto assedio dall’Isis nell’ottobre 2014.

Decine di persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco dalle forze di sicurezza e da bande paramilitari affiliate al governo durante i disordini nel sud-est della Turchia, prevalentemente curdo, ma nessuno dei responsabili è stato incriminato per le uccisioni.

Le accuse contro l’HDP sono considerate parte di una continua repressione a sfondo politico guidata dall’autoritario presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

“Sappiamo tutti molto bene che non c’è un processo equo”, ha dichiarato la signora Buldan fuori dall’aula della prigione di Sincan, nella capitale turca.

Descrivendo il caso come una cospirazione guidata da Erdogan e dal suo Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), il co-leader dell’HDP ha dichiarato che il partito “sarà al fianco dei nostri militantii fino alla fine”.

Sindacalisti e progressisti si sono radunati a sostegno dell’HDP, partecipando all’udienza in solidarietà con il partito di sinistra.

Mehmet Bozgeyik, co-presidente della confederazione sindacale dei lavoratori del settore pubblico Kesk, ha dichiarato che le accuse hanno messo in luce un processo di “fascismo palese” e la chiara repressione delle forze politiche democratiche.

Il sindacato ha ricordato che all’epoca dell’assedio di Kobane da parte dell’Isis aveva chiesto la fine degli attacchi e aveva minacciato di scioperare per costringere il governo ad agire.

“Se ci sarà un processo, tutti noi dovremo essere giudicati”, ha insistito, affermando che il caso dell’HDP “è il più grande colpo alla democrazia turca”. Se rimaniamo in silenzio, il prossimo turno toccherà a noi”, ha aggiunto Bozgeyik.

Il Partito Comunista di Turchia (TKP), che è stato criticato in passato per il suo approccio tiepido nei confronti dell’HDP, ha dichiarato di essere al fianco del partito nel caso in cui venisse dichiarato illegale. “Crediamo nella lotta di coloro che non si piegano”, ha dichiarato Ali Ufuk Arikan, membro del TKP.

La fondazione dell’HDP nel 2012, che unisce comunisti, sindacalisti, ambientalisti e movimento curdo, ha rappresentato un importante passo avanti per la democrazia in Turchia. Tuttavia, l’HDP ha dovuto affrontare una dura repressione, che si è intensificata dopo che nel 2015 ha ottenuto 80 seggi nel parlamento monocamerale turco, la Grande Assemblea, ponendo fine alla maggioranza parlamentare dell’AKP.

Dal 2016 sono stati arrestati circa 20.000 membri dell’HDP, 10.000 dei quali sono stati incarcerati, tra cui più di 200 funzionari e parlamentari eletti.