Cosa sta succedendo in Afghanistan nell’indifferenza generale

In queste ore giunge notizia dall’Afghanistan che i talebani hanno ordinato la chiusura delle scuole secondarie femminili, contraddicendo una decisione da loro stessi presa un mese prima.

Per avere un’idea di massima della condizione generale nell’Afghanistan sotto i talebani, condividiamo con i nostri lettori il comunicato del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane.

 

Mentre imperversa la guerra in Ucraina e tutti sono impegnati a seguirne gli sviluppi sui media, in Afghanistan i talebani stanno inasprendo le regole e le loro modalità repressive.

Tutti i giornalisti ora sono in Ucraina, e non vengono divulgate notizie sull’Afghanistan. Dagli attivisti e attiviste di RAWA e Hambastagi con cui lavoriamo e che hanno deciso di rimanere a lottare nel loro paese, ci arrivano notizie sempre più allarmanti.

I talebani vogliono impedire l’istituzione di classi di alfabetizzazione nelle case private, una delle poche modalità per poter far sì che le bambine abbiano un’istruzione.

I talebani stanno rastrellano le case quartiere per quartiere, in particolare quelle di attiviste e attivisti. Spesso hanno elenchi con i nomi, per andare a colpo sicuro. Anche le case delle nostre attiviste in questi giorni sono state perquisite e loro sono state obbligate a cambiare spesso abitazione per non rischiare la vita, a distruggere documenti e a nascondere computer e telefoni.

Le manifestazioni delle donne sono sempre represse e le attiviste, a distanza di giorni, vengono raggiunte nelle loro case e arrestate o uccise.

I confini sono stati chiusi e i talebani stanno proibendo ai cittadini di uscire dal paese. Un visto per il Pakistan costa fino a 600 dollari. Centinaia di afghani che speravano di avere un visto per un paese europeo aspettano nei paesi confinanti senza avere risposte.

Anche le distribuzioni di cibo alle persone più bisognose vengono vietate alle organizzazioni e per poterle fare è necessario passare controlli e interrogatori.

Tutto questo accade nel silenzio più assoluto e senza che arrivino immagini e notizie precise. Siamo molto preoccupate per quello che sta avvenendo, anche se era prevedibile una volta spenti i riflettori sul paese.

Denunciamo questo clima di terrore e nel contempo continuiamo a chiedere di non riconoscere il governo talebano perché questo porterebbe a una maggior repressione soprattutto nei confronti delle donne.

 

C.I.S.D.A. Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane