Con un agguato violento e preordinato, le milizie delle “Forze libanesi” hanno attaccato la manifestazione popolare indetta dal Comitato delle Famiglie delle Vittime del Porto, a cui forze e gruppi politici, sindacali, democratici e civili, tra cui il Partito Comunista Libanese, hanno partecipato in massa.
La manifestazione, tenutasi lo scorso 4 agosto a Beirut, era stata indetta per ricordare il primo anniversario della terribile strage del porto della città, che causò 200 morti, 6mila feriti e 300mila sfollati.
Il corteo, una volta giunto al termine del percorso che era stato autorizzato, è stata violentemente attaccata dalle milizie di Samir Geagea, leader della forza politica erede delle famigerate Falangi libanesi (formazione di estrema destra di stampo cristiano-maronita).
Uno dei leader della protesta, il manifestante Mazen Abu Zaid, divenuto uno dei volti noti del movimento di piazza che si sta battendo per ottenere dalle autorità chiarezza su quanto accaduto alla strage del porto, è stato gravemente accoltellato e colpito ripetutamente alla testa con dei bastoni, ed è tutt’ora in pericolo di vita.
Due minorenni che avevano partecipato alla manifestazione, Johnny e Jack Barakat, sono stati rapiti, picchiati, fotografati e costretti a dire frasi lontane dalle loro convinzioni sotto la pressione di minacce di morte, secondo la peggiore prassi dei regimi oppressivi e tirannici.
Questo episodio non è stato l’unico: nei giorni scorsi, un altro attacco è stato compiuto da queste squadracce contro una delle famiglie delle vittime del porto per essersi rifiutata di alzare la bandiera delle FF.AA..