Nonostante gli aiuti ricevuti, l’Italia ha voltato le spalle a Cuba votando sì all’embargo

Poco più di un anno fa, il 21 marzo, arrivavano in Italia 53 medici provenienti da Cuba con lo scopo di aiutare i medici della Lombardia nella lotta contro il coronavirus, nel momento che ha rappresentato probabilmente il picco massimo della crisi pandemica in Italia.

I medici cubani, tutti specializzati nel trattamento delle malattie infettive, vennero inviati all’ospedale di Crema e lì offrirono il loro aiuto, a titolo gratuito, fino ai primi di giugno, quando ripartirono per l’Avana dopo essere stati salutati e omaggiati dalla cittadinanza cremasca con una cerimonia ufficiale in piazza Duomo.

Cinque giorni fa, con un gesto quantomeno irriconoscente, l’Italia ha votato contro la risoluzione A/HRC/46/L.4 presentata al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite sulle ripercussioni negative delle sanzioni economiche applicate da alcuni paesi ad altri tra cui figura anche Cuba.

La risoluzione presentata da Cina, Stato di Palestina e Azerbaigian, a nome del Movimento dei “Paesi Non Allineati” ad eccezione di Colombia e Perù è comunque passata con 30 voti favorevoli, 15 contrari e 2 astenuti. Assieme all’Italia hanno negato il loro voto favorevole anche Austria, Brasile, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Polonia che si sono allineati alle politiche sanzionatorie promosse dagli Stati Uniti.

Nonostante l’embargo Cuba è al lavoro per sviluppare cinque vaccini contro il coronavirus: se verranno approvati verranno inviati anche ai paesi in via di sviluppo, che sono attualmente quelli più in difficoltà nell’approvvigionamento dei farmaci contro il Covid-19.