La prima rivolta operaia della storia moderna: la Croix Rousse

Nel 1831, una rivolta di operai della seta scoppiò sulla collina della Croix-Rousse a Lione. Per la prima volta, i lavoratori si associano per rivendicare un lavoro dignitoso.

Fonte: L’Humanité*

Nel cuore di Lione, tra la Saona e il Rodano, si erge la collina della Croix-Rousse. I suoi pendii ripidi dai colori caldi ospitano un labirinto di scalinate e di strade ripide. I suoi fianchi sono trafitti da passaggi misteriosi, i traboules, creati a partire dal IV secolo per facilitare la circolazione degli abitanti tra gli edifici. Dall’altopiano della Croix-Rousse, che si eleva a 250 metri, l’occhio può librarsi sopra i tetti di Lione per ammirare le Alpi.

Fu in questo scenario pittoresco che scoppiò la rivolta dei Canuts nel 1831. Per la prima volta nella storia moderna, i lavoratori sono insorti per chiedere condizioni di lavoro decenti. Questa rivolta di Lione ebbe un impatto internazionale e segnò l’ingresso della questione sociale e operaia nell’arena politica.

In quel periodo, Lione è la prima città operaia della Francia. La Croix-Rousse, comune indipendente di 16.000 abitanti, ospita numerosi laboratori di tessitura. La produzione della seta si organizza in modo piramidale. Al vertice dominano i commercianti, gli imprenditori capitalisti che commissionano i loro ordini ai capi officina. Questi sono proprietari delle macchine e salariano gli operai che dispongono solo delle loro braccia. Capi officina e operai vengono soprannominati “canuts” e si uniscono contro i commercianti che impongono le loro condizioni. I canuts lavorano almeno 15 ore al giorno e sono pagati molto male. Dalla fine degli anni 1820, si associano e tentano di pianificare la resistenza contro il potere dei loro aguzzini.

Nel luglio del 1830, mentre Parigi s’infiamma durante le Tre Gloriose giornate, la rivolta serpeggia anche a Lione. I borghesi ordinano agli operai di scendere in strada con loro e le autorità capitolano rapidamente, senza spargimento di sangue. Idealisti, i canuts sperano che il nuovo potere li ricompensi, migliorando le loro condizioni di lavoro. Ma nulla si muove e l’agitazione cresce nei laboratori della Croix-Rousse. Un anno dopo questa rivoluzione borghese, la sorte dei canuts non è migliorata. Il lavoratore lionese “urla ancora dalla fame mentre crea giorno e notte, per il piacere dei ricchi, tessuti d’oro, seta e lacrime”, scrive Blanqui. La situazione economica migliora nell’autunno del 1831 e i canuts decidono di passare all’azione. Gli operai, la cui organizzazione prefigura il sindacalismo moderno, esigono dai commercianti una tariffa minima per garantirsi un salario decente. Il 15 ottobre il prefetto Bouvier du Molard accorda il suo consenso a questa tariffa che definisce “un’infelice necessità”. Dieci giorni dopo, 6.000 canuts marciano in silenzio e disarmati verso la prefettura. Dopo questa dimostrazione di forza, la tariffa viene adottata e il giubilo si diffonde alla Croix-Rousse.

L’entusiasmo non dura a lungo. Alcuni commercianti si rifiutano di applicare la tariffa e minacciano di chiudere i negozi. 104 scrivono persino alla Camera dei deputati per denunciare quello che considerano un atto illegale e la creazione da parte degli operai di “falsi bisogni”. Il 17 novembre i tribunali del lavoro cessano di condannare la mancata applicazione della tariffa da parte dei commercianti. La temperatura a Croix-Rousse si surriscalda e il 21 novembre 1831 viene dichiarato lo sciopero. I canuts scendono in città a braccetto, chiedendo l’applicazione della tariffa. Incontrano un plotone della Guardia Nazionale composto da commercianti che sparano senza preavviso. I morti cadono a terra mentre gli operai suonano l’allarme: “Alle armi, alle armi, uccidono i nostri fratelli!” Recuperano armi di fortuna e marciano su Lione. Sostenuti da una parte della Guardia Nazionale, i canuts innalzano le barricate. Su una di esse si dispiega quello che diventerà il loro emblema: una bandiera nera simbolo di lutto, recante la scritta: “Vivere lavorando o morire combattendo.”

Il giorno seguente la battaglia prosegue, ma i soldati oppongono una resistenza limitata e la vittoria dei canuts, sostenuti da altre corporazione di mestiere, sembra profilarsi. La sera le truppe evacuano la città. Ci sono state 600 vittime. Con il prefetto barricato nella sua prefettura, Lione si trova senza governo. I canuts sono stati attenti a evitare qualsiasi eccesso e i saccheggiatori sono stati arrestati. Emerge l’idea di una presa del potere da parte dei lavoratori e per i lavoratori, ma gli operai respingono questo tentativo politico. Sorpresi dal loro rapido successo, i canuts non sanno cosa fare della loro rivolta. Le autorità provvisorie hanno promesso che la tariffa sarà rivista entro il 15 dicembre. Il 28 novembre i canuts riprendono il lavoro, pensando di aver finalmente ottenuto soddisfazione della loro legittima rivendicazione. Subiranno una nuova delusione.

All’inizio di dicembre, il duca d’Orléans, figlio maggiore del re, fa il suo ingresso nella città ribelle alla testa di 20.000 uomini. L’esercito occupa progressivamente i sobborghi e cancella le ultime tracce dell’insurrezione. Il 7 dicembre un decreto dichiara nulla la tariffa promessa. Materialmente, la rivolta dei canuts del 1831 fu un fallimento. Simbolicamente, la sua fama riecheggia il bagliore della vittoria. Con la loro disciplina, la loro solidarietà e la chiarezza delle loro rivendicazioni, i lavoratori lionesi hanno preso coscienza di sé e hanno aperto la strada alle future lotte sociali e operaie. “Il proletariato urbano di Lione ha suonato la campana a martello”, scriverà Karl Marx nel Capitale.

La prima rivolta operaia

– 8 ottobre 1831: i canuts rivendicano ufficialmente una tariffa minima.
– 25 ottobre 1831: la tariffa è adottata da una commissione mista.
– 17 novembre 1831: i tribunali del lavoro non condannano più la mancata applicazione della tariffa.
– 21 novembre 1831: i canuts iniziano lo sciopero e innalzano barricate in città. La Guardia Nazionale spara, ci sono 600 vittime.
– 23 novembre 1831: i canuts sono padroni di Lione.
– 26 novembre 1831: agli operai viene promesso che la tariffa sarebbe stata rivista entro il 15 dicembre.
– 28 novembre 1831: i canuts riprendono il lavoro.
– 7 dicembre 1831: un decreto dichiara nullo la tariffa promessa pochi giorni prima.

 

*Traduzione in italiano a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare