Ritrovato a Roma un arsenale (forse) dei partigiani

Una ditta di ristrutturazione, nel bel mezzo di alcuni lavori in uno stabile in zona Montesacro a Roma, ha visto spuntare fuori dai calcinacci un vero e proprio arsenale, che si suppone potesse appartenere ai membri della Resistenza antifascista operanti in quella zona durante l’occupazione.

Quella rinvenuta oggi a Roma è una vera e propria Santa Barbara dimenticata, composta da “una bomba a mano, 2 fucili moschetto privi di matricola e di otturatore, 5 mitragliatori privi di matricola e di otturatore, 70 proiettili di diverso calibro, 2 caricatori vuoti e 2 calcioli di fucili mitragliatori”.

L’arsenale, recuperato dai Carabinieri immediatamente allertati dalla ditta di ristrutturazione, dimostra decenni di abbandono, è in pessimo stato di conservazione e chiaramente ormai inservibile, ma si ritiene possa essere appartenuto al gruppo di giovanissimi partigiani che si riunirono attorno alle figure di Ferdinando Agnini e e Orlando Orlandi Posti, fondatori dell’Associazione Rivoluzionaria Studentesca Italiana.

A far supporre che possa essere questa la provenienza è stato il ritrovamento di diversi chiodi a quattro punte, che risulta fossero di sovente usati da questo gruppo partigiano per mettere in scena azioni di sabotaggio verso gli autocarri delle forze occupanti naziste.

L’Associazione Rivoluzionaria Studentesca Italiana operava principalmente nel zona Montesacro a Roma ed era impegnata nella raccolta e nella distribuzione di armi e nella stampa di un giornale antifascista, “La nostra lotta”, in collaborazione con gruppi comunisti e operai del quartiere Montesacro. Poi, insieme a numerosi antifascisti di Montesacro, i giovani dell’ARSI e con loro Orlandi portarono a termine azioni di sabotaggio contro i tedeschi sulla via Nomentana, sulla via Salaria, nei quartieri dei Prati Fiscali e di Pietralata.