Ieri sera la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato in sede referente un emendamento che ha tolto ai partiti europei riconosciuti il diritto all’esenzione delle firme.
L’emendamento, proposto da Fratelli d’Italia e approvato dalla maggioranza, costringerà quindi le liste collegate ai partiti europei a raccogliere le firme (sono 150.000 quelle necessarie) per presentare alle prossime elezioni europee.
In Italia il provvedimento colpirà la “Lista per la pace” promossa da Michele Santoro e che gode della partecipazione di Rifondazione comunista, che come membro e fondatore del Partito della Sinistra Europea godeva del diritto di non dover raccogliere le firme per poter comparire sulla scheda elettorale il prossimo giugno.
Per completezza va chiarito che il diritto permane in realtà per tutte le forze politiche, collegate ai partiti europei, che hanno però eletto almeno un eurodeputato alle scorse elezioni, e questo non è il caso di Rifondazione comunista e quindi della “Lista per la pace”.
A rendere quanto meno discutibile questo emendamento vi è il fatto che secondo la normativa vigente, le firme potevano essere raccolte a partire dal 1 gennaio di quest’anno, ma ovviamente chi non sapeva di averne necessità non si è attivato, vivendo ora oltre al danno la beffa di non poter disporre di tutto il tempo previsto dalla legge.
Infine, va sottolineato come l’Unione Europea ha raccomandato più volte di non cambiare le regole del gioco nei 6 mesi precedenti alle elezioni.
L’emendamento passerà ora alla Camera, dove potrebbe teoricamente essere ancora fermato.