Prepariamoci, l’Onda Verde si sta diffondendo in tutta Europa

L’Eurodeputato Verde Bas Eickhout, Sptitzekandidaten per le elezioni dello scorso maggio è stato intervistato da SIE: “L’UE diventi un modello per la giustizia climatica e apra la strada alla rivoluzione verde”.

Intervista a Bas Eickhout a cura di Giacomo Pellini

 

Le piazze sono piene di giovani che manifestano per la giustizia climatica, ma allo stesso tempo molte altre persone – specialmente quelle più anziane – sono molto scettiche sul problema del clima e sostengono che Greta Thunberg è manipolata dai poteri forti. Come rispondete loro?

Un certo gruppo di persone continuerà sempre a inventare scuse per non dover affrontare una dura realtà che richiede azioni concrete al posto dei soliti affari.

Tuttavia, sono più interessato ad ottenere risposte politiche concrete per le richieste di quei milioni di persone, tra cui Greta, che scendono in strada di volta in volta per ottenere politiche climatiche più ambiziose. Perché la maggior parte dei politici sposa la tesi dei manifestanti, ma senza mettere in atto le reali politiche climatiche necessarie.

 

Signor Eickhout, nelle recenti elezioni europee i Verdi europei hanno visto un aumento del consenso in molti Stati membri, specialmente in Germania, ma anche in Francia e Irlanda. Lei ritiene che sarà decisiva questa legislatura per un’accelerazione delle politiche climatiche e per la riduzione delle emissioni?

I Verdi europei sono cresciuti sostanzialmente, per gli altri gruppi ora sarà ancora più difficile ignorarci. Chiederemo una sostanziale accelerazione delle politiche verdi e sociali in cambio del nostro sostegno. Inoltre, la Commissione europea ora sa che ha bisogno dei nostri voti per procedere sulla politica climatica. Quindi sì, il nostro supporto sarà decisivo.

 

La nuova agenda di Ursula Von Der Leyen potrebbe essere un’opportunità per perseguire nuove politiche climatiche più ambiziose.

Assolutamente. Ha reso il clima una priorità di questa Commissione. Ora è fondamentale assicurarsi che questa non rimanga solo una bella parola, ma che  venga anche tradotta in politiche concrete e ambiziose.

Lasciami fare un esempio concreto. Le emissioni agricole di gas a effetto serra sono un grosso problema. In questo momento, l’UE sta decidendo in base a quali regole un terzo del bilancio dell’UE (centinaia di miliardi di euro ripartiti su sette anni) verrà speso nel nostro settore agricolo. C’è una terribile proposta della precedente Commissione sul tavolo, non lo dicono solo i Verdi, ma anche la Corte dei Conti europea: invece di usare questi miliardi di euro a favore del clima e della biodiversità, stanno lavorando contro questi ultimi.

La nuova Commissione, che, almeno a parole, ha come priorità la questione climatica, sembra voler solo terminare la riforma della Politica Agricola Comune il più rapidamente possibile (lo dice letteralmente nella lettera di missione al nuovo Commissario Agricolo). Von der Leyen invece vuole iniziare a lavorare su una strategia Farm to Fork. Una strategia, mentre stiamo rivedendo il più grande strumento che l’UE ha per cambiare il modo in cui si fa agricoltura.

Sono esattamente queste cose in cui i Verdi vogliono vedere i cambiamenti. Le belle parole sono facili, ma le azioni sono quelle che contano.

 

Recentemente ha sostenuto che “Alla COP25 l’UE deve arrivare con impegni sempre più concreti”, puoi dirmi quali?

Sì, dobbiamo incrementare il nostro ambizioso piano energia e clima a livello nazionale, il documento che ogni paese prepara e che costituisce la base dell’accordo di Parigi. Il nostro attuale target è il taglio del 40% di emissioni di gas a effetto serra nel 2030. Tuttavia, se vogliamo fare la nostra giusta parte per evitare una crisi climatica, l’UE dovrà incrementare la riduzione delle emissioni del 55%. Questo è anche il modo in cui ispireremo altri paesi a diventare più ambiziosi. Apparteniamo alle economie più ricche del mondo. Se non apriamo la strada noi, chi lo farà?

 

Diversi stati, parlamenti, città e regioni hanno dichiarato lo stato di emergenza climatica. Non pensi sia giunto il momento di dichiarare uno “Stato di Emergenza Climatica” che sia dell’intera Unione?

Ancora: le parole sono così facili da pronunciare, ma sono le azioni che contano. Certo, sono tutti per dichiarare uno stato di emergenza, ma non vogliono investire il capitale politico necessario per farlo. Perché alla fine è solo un’altra dichiarazione senza vincoli, al posto della quale vorrei vedere politiche climatiche migliori che determinino dei tagli concreti delle emissioni.

 

È possibile che il tuo gruppo al Parlamento europeo si espanda con la confluenza del Movimento 5 Stelle?

Questo è qualcosa che dovremo vedere. Il nostro gruppo lo sta esaminando.

 

Nello scontro globale tra “globalisti” e “sovranisti”, la questione del clima è diventata divisiva come quella dei migranti. E la negazione è un tratto identitario di quasi tutta l’estrema destra e dei leader ultra nazionalisti. Perché questa avversione?

Il fatto che la negazione del cambiamento climatico indotta dall’uomo sia ora uno dei principali problemi dell’estrema destra, è perché il cambiamento climatico sta finalmente arrivando al centro del dibattito politico. Finalmente inizia ad attirare l’attenzione che avrebbe dovuto richiamare da molto tempo. E l’azione politica conduce ad una reazione contraria, questa è una legge politica. Non dovremmo averne troppa paura. Invece, abbiamo bisogno di buone politiche che eliminino le paure delle persone. Per fare ciò, non abbiamo solo bisogno di una forte agenda verde, ma anche di una forte agenda sociale. I due temi vanno di pari passo. È così che crei supporto per la trasformazione che deve avvenire.

 

In molti paesi europei i movimenti ambientalisti rafforzano i partiti verdi, che ottengono buoni risultati elettorali. Perché in Italia, secondo lei, non c’è una Partito dei Verdi altrettanto forte?

I partiti verdi stanno andando molto bene nell’UE. Si parla addirittura di un’onda verde. Vedi le elezioni austriache della scorsa settimana, come esempio più recente. È assolutamente vero che questa “onda” non si è ancora materializzata nel sud e nell’est dell’Europa. D’altro canto, le cose stanno cambiando anche lì, soprattutto dopo le elezioni europee del 2019. Ad esempio, il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo ha ora membri della Repubblica Ceca. Inoltre, verso sud le cose stanno cambiando. Vedi ad esempio l’enorme aumento dei Verdi francesi durante le ultime elezioni. L’onda si sta diffondendo.