Il 21 novembre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una mozione presentata dalla Russia che condanna i tentativi di glorificazione dell’ideologia nazista e la conseguente negazione dei crimini di guerra commessi dalla Germania nazista, Olocausto incluso.
La risoluzione rileva e condanna anche l’aumento di attacchi razzisti in tutto il mondo e propone di applicare universalmente la Convenzione Internazionale sull’eliminazione di ogni forma di Discriminazione Razziale, adottata in sede ONU nel 1969 ma mai realmente applicata dagli Stati sottoscrittori.
Le votazioni hanno registrato 115 voti favorevoli, 3 contrari e 55 astenuti. Ad opporsi a questa risoluzione sono stati gli Stati Uniti, Canada e Ucraina, mentre le astensioni sono arrivate principalmente dai paesi della UE (Italia inclusa) e alcuni paesi nordafricani .
Il passaggio della risoluzione che, pur non essendo mai citato, ha probabilmente dato adito a presunti tentativi di strumentalizzazione da parte russa, è quello che sottolinea il pericoloso tentativo in atto di “riabilitare” l’immagine dei nazisti dipingendoli come combattenti nazionalisti che scendono in campo per il proprio Paese. Evidente il riferimento alla questione Ucraina, dove alcuni esponenti dell’attuale Governo di Kiev, insediatosi, è bene ricordarlo, in seguito ad un colpo di Stato, praticano sistematicamente una rivalutazione e celebrazione del nazismo, dei suoi valori e dei suoi personaggi, uno fra tutti il celeberrimo Stepan Bandera (la foto che segue raffigura la gigantografia del collaborazionista nazista ucraino posta all’ingresso del Municipio di Kiev) .
La notizia, praticamente ignorata dai media italiani, è fortemente esplicativa del clima internazionale odierno, dove le ragioni di realpolitik sovrastano ogni principio di natura etica, portando le democrazie liberali ad astenersi o addirittura a votare contro, anche nelle dichiarazioni ufficiali, a quegli stessi principi che dovrebbero essere a fondamento del proprio ordinamento.
A dimostrazione di come il clima internazionale stia cambiando rapidamente, basti pensare che una risoluzione del tutto simile a questa presentata appena due anni fa dalla stessa Russia aveva raccolto ben 130 voti favorevoli, 15 in più di oggi.
Che a livello internazionale si stiano serrando le fila lo si evince facilmente dalle dichiarazioni post voto; il Ministro degli Esteri russo Lavrov ha dichiarato: “Il fatto che Usa, Canada e Ucraina abbiano votato contro, mentre delegazioni di membri dell’Ue si sono astenuti è estremamente esecrabile“. “La posizione dell’Ucraina è particolarmente allarmante. Uno può difficilmente capire come un Paese, il cui popolo ha sofferto orrori sotto il nazismo e ha contribuito alla nostra comune vittoria contro di esso, possa votare contro una risoluzione che condanna la sua glorificazione“.
Alla dichiarazione fatta dall’esponente di un Governo che di certo non è sempre stato in prima fila nella lotta interna alla discriminazione e al neofascismo, ha seguito la dichiarazione, francamente imbarazzante, del ministro degli Esteri ucraino Andrey Tsymbalyuk secondo il quale “l’Ucraina condanna il nazismo ma non può approvare la risoluzione russa in quanto l’Ucraina ha sofferto anche a causa dello stalinismo in passato“. Da parte del governo Obama nessuna dichiarazione da registrare.
Di seguito il documento riportante i voti paese per paese sulla risoluzione di condanna.