In poche settimane, l’impatto della sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha annullato la sentenza Roe contro Wade è stato profondo. Il suo riverbero è stato avvertito anche in Europa. La scorsa settimana, il Parlamento europeo ha votato a favore di una risoluzione in difesa dei diritti dell’aborto.
Fonte: Transform! Europe*
La sentenza della Corte Suprema americana ha vuto conseguenze profonde: fondi istituiti per aiutare le donne a recarsi negli Stati in cui è ancora legale abortire; fornitori di aborti sottoposti a pressioni estreme da parte di cittadini stranieri; donne che fanno scorta di contraccettivi e cancellano le app di monitoraggio del ciclo mestruale nel timore che i dati raccolti possano essere usati contro di loro; e naturalmente la storia devastante di una bambina di 10 anni, vittima di stupro, incinta di sei settimane e costretta a recarsi in un altro Stato perché non aveva più diritto ad abortire nel suo Stato di origine.
I suoi riverberi si sono fatti sentire anche in Europa. Ci sono fondati timori che gli sviluppi sull’altra sponda dell’Atlantico rafforzassero i gruppi religiosi e di estrema destra qui nell’UE.
A Malta, a una donna americana che stava abortendo è stato rifiutato l’aborto perché il feto, che secondo i medici aveva zero possibilità di sopravvivenza, aveva ancora un battito cardiaco. La donna ha dovuto essere evacuata in Spagna, poiché qualsiasi forma di aborto è illegale a Malta. Nel frattempo, in Polonia, una proposta di legge per legalizzare l’aborto fino alla 12a settimana di gravidanza è stata respinta dai parlamentari di destra il 24 giugno.
Sebbene questi siano innegabilmente giorni bui per i diritti riproduttivi, ci sono alcune ragioni per essere fiduciosi.
Le proteste di solidarietà si sono svolte in tutto il continente e la situazione delle donne americane è stata percepita ovunque, da Bruxelles e Parigi a Berlino e Londra. La Francia si è finalmente mossa per rendere l’aborto un diritto costituzionale, una proposta della France Insoumise che era stata precedentemente respinta. Mentre al Parlamento europeo i deputati hanno votato a favore di una risoluzione per la difesa dei diritti all’aborto.
La risoluzione chiede che il diritto all’aborto sia inserito nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Gli eurodeputati presenteranno una proposta al Consiglio europeo per modificare l’articolo 7, sul rispetto della vita familiare e privata, aggiungendo che “ogni persona ha diritto a un aborto sicuro e legale”.
La risoluzione esprime “ferma solidarietà e sostegno alle donne e alle ragazze negli Stati Uniti, nonché a coloro che sono coinvolti nella fornitura e nella difesa del diritto e dell’accesso a cure legali e sicure per l’aborto in circostanze così difficili” e chiede che l’aborto sia protetto a livello federale negli Stati Uniti.
Come afferma la deputata di sinistra Sandra Pereira (PCP, Portogallo): “I tentativi di invertire o impedire l’aborto sono inaccettabili. L’aborto deve essere visto come un problema di salute pubblica e come una questione intrecciata con i diritti fondamentali delle donne”.
*Traduzione in italiano a cura di Sinistra in Europa