Il governo stoppa il salario minimo, affossata la proposta delle opposizioni

Meloni irride le opposizioni: dovevano farlo quando governavano. Pd, 5S e Avs: vergogna. Tutti i poteri al governo. Dubbi della Lega. Durigon: sentiremo le minoranze.

Di Andrea Carugati – Il Manifesto

La partita sul salario minimo si era già chiusa martedì. Ieri alla Camera il voto finale, senza sorprese. La novità è che Meloni e il suo partito hanno voluto reagire con durezza alle sacrosante accuse di Pd, M5S e sinistra-verdi. Prima la premier via radio: «Le opposizioni mi fanno sorridere: hanno avuto 10 anni al governo per approvare questa misura e non l’hanno fatto». Botte anche alla Cgil: «Mi stupisce la posizione di alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo e poi accettano contratti con poco più di cinque euro all’ora, come accaduto di recente con la sicurezza privata. Un po’ di coerenza…».

In aula ci pensa il presidente della commissione Lavoro Walter Rizzetto di Fdi a incendiare gli animi: «La deputata Guerra dice che noi sputiamo sul Parlamento? Voi della sinistra siete i lama della politica: per 12 anni avete sputato in faccia ai lavoratori e avete votato anche i licenziamenti collettivi: questa è la sinistra che abbiamo…». Seguono accuse di assenteismo nei lavori in commissione: «Il giovedì eravate già pronti per tornare a casa». «Siete nervosi perchè vi abbiamo rubato un argomento che ritenevate vostro: con la delega al governo in sei mesi faremo quello che non avete fatto in 12 anni».

Dai banchi delle opposizioni partono le urla «Vergogna, vergogna», alcuni parlamentari di minoranza si avvicinano a Rizzetto e i commessi sono costretti a intervenire per dividerli. Sui banchi appaiono tanti cartelli: «Sfruttamento legalizzato», «Salario minimo negato», «Non in nostro nome». Il voto finale fotografa i rapporti di forza di questa disgraziata legislatura: 153 favorevoli alla decisione del governo di stroncare il salario minimo a 9 euro l’ora e 118 contrari. Numeri che pesano sulla coscienza dei leader di Pd e M5S: con un accordo anche di desistenza in alcuni collegi del sud Meloni e soci non avrebbero avuto questi numeri.

Poco prima le minoranze avevano ribadito la loro rabbia per la decisione del governo. Nicola Fratoianni: «Oggi voi state semplicemente dicendo agli italiani che chi lavora con salari troppo bassi deve continuare a farlo. Voi avete voltato le spalle al Paese reale. Noi oggi voltiamo le spalle a voi». Tutti i deputati di Sinistra e Verdi girano le spalle ai banchi del governo. Sulla stessa linea Elly Schlein che ha parlato di «un giorno triste per la repubblica: «Date un manrovescio a 3,5 milioni di lavoratori poveri», l’accusa al governo. «Cosa vi hanno fatto di male i poveri?», chiede elencando tutte le misure contro i più deboli, dal taglio del Rdc all’espansione delle forme di lavoro precarie. «Volete un paese che compete sui bassi salari, tutele negate e rendite tassate meno del lavoro, avete scelto di insultare il Parlamento e avrete la rabbia di milioni di italiani: dovrete giustificarvi con loro, fuori da queste aule». «Voi oggi avete perso», dice Schlein.

Conte parla via social: «Le buste paga della vergogna non hanno colori politici: anche gli elettori che hanno sostenuto questa maggioranza hanno amici e parenti che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. Noi la dignità gliela ridaremo, questa battaglia la porteremo nel Paese e vi prometto che la vinceremo».

Per il centrodestra non è un giorno di festa. Se Fdi ha cercato il muro contro muro, dentro la Lega affiorano i dubbi. Salvini fa parlare in aula il deputato Virginio Caparvi, che riconosce alcune ragioni alle minoranze. Il sottosegretario Durigon va oltre: «Posso garantire che la delega al governo sarà concertata con le parti sociali. Credo che oggi, nonostante tutto, sia una giornata in cui si devono apprendere alcune nozioni importanti che ci dice l’opposizione». Al di là delle parole, il leghista ribadisce il suo concetto: «Sono convinto che il salario fissato per legge potrebbe abbassare i salari mediani e il valore della stessa contrattazione». Plaude alle scelte del governo il segretario Cisl Luigi Sbarra: «Il progetto di salario minimo legale è affondato, ora si apre una pagina nuova». E critica la Cgil: «Prima erano con noi in questa battaglia, poi sono stati folgorati sulla via del Nazareno».