In Sicilia prove di unità della sinistra alternativa al Partito democratico

Qualcosa si muove nel mondo della sinistra italiana, mai come oggi frammentata e quindi debole.

In vista delle elezioni regionali siciliane che si terranno il prossimo autunno, la sinistra prova a darsi una progettualità unitaria, mentre il centro-sinistra (costituito da Pd, M5S, Art.1, PSI e Verdi) ha annunciato le primarie di coalizione che si terranno nella seconda metà di luglio.

Riportiamo il comunicato della convocazione  di un primo momento pubblico per la costituzione di una coalizione sociale e politica della sinistra antiliberista.

 

Una crisi senza prospettive di uscita investe ampi settori della popolazione, soprattutto al sud, allargando oltremisura marginalità sociale e povertà.
Una situazione che rimanda alle misure economiche di stampo liberista e alle responsabilità che accomunano l’Unione europea, i governi e le coalizioni nazionali e regionali di centrodestra e centrosinistra.

La sindemia, la crisi climatica, e ora la guerra, con la partecipazione di fatto dell’Italia al conflitto in Ucraina, hanno aggravato questo stato di cose. Gli effetti in Sicilia, ma non solo, sono devastanti: inflazione e bollette alle stelle, delocalizzazione degli impianti produttivi, chiusura di centinaia di piccole e medie aziende, pesanti penalizzazioni per il mondo contadino, emigrazione inarrestabile dei giovani meridionali.

Mentre il governo Draghi, e l’intero parlamento, dal Pd a Fratelli d’Italia, tranne rare eccezioni, decidono l’aumento delle spese militari, si tagliano i trasferimenti ai Comuni e le risorse per scuola e sanità pubbliche.

La risposta del governo Siciliano guidato da Musumeci, come prima da Crocetta, Lombardo e Cuffaro, è il via libera alla militarizzazione dell’isola, la trivellazione dei mari e dei territori, l’illusione di grandi opere inutili e dannose come il Ponte sullo Stretto di Messina o gli inceneritori. Inoltre, è inquietante il ritorno sullo scenario politico di personaggi come Cuffaro e Dell’Utri. Le forze politiche di centrosinistra non oppongono alcuna alternativa a questo disastro, se non quella di contestazioni di facciata e di rito.

Le resistenze che si sono registrate nell’isola, a difesa dei beni comuni, del diritto al lavoro, del salario, dei contratti, nel no alle autonomie differenziate che determinerebbero la destinazione di ingenti risorse finanziarie al Nord a danno del Sud, hanno bisogno di una rappresentanza nelle istituzioni, di fare sentire la propria voce soffocata dal controllo dei poteri imprenditoriali, finanziari ed economici dominanti sul Parlamento e sulla Giunta della Regione.

La mobilitazione per la pace sta indicando con chiarezza un’alternativa che vuole una Sicilia fuori e contro ogni conflitto, strumento di cooperazione e solidarietà, protagonista del proprio destino, impegnata in un processo di riscatto, di dignità, di progresso, capace di dire no alle privatizzazioni, allo sfruttamento, al razzismo, alle armi, alle clientele, al degrado.

Riteniamo per questo necessario lavorare alla costruzione di una coalizione sociale e politica antiliberista, di sinistra, popolare, alternativa ai poli esistenti, in vista dell’appuntamento delle elezioni regionali.  Lanciamo un primo momento di confronto pubblico aperto a tutte e tutti, dalle forze politiche ai comitati, i collettivi, le cittadine e cittadini che condividono il bisogno di costruire un’opposizione agli attuali assetti di potere nel nostro territorio per domenica 5 giugno alle ore 10:00 a Catania, presso l’Arena Argentina.

A questo appuntamento parteciperà la deputata di Manifesta Simona Suriano.

ManifestA
Partito Comunista Italiano
Partito della Rifondazione comunista – Sinistra Europea
Potere al Popolo
Sinistra Anticapitalista