1992-1994 La Serie: I tre anni che hanno stravolto l’Italia

Si è conclusa venerdì 25 ottobre, “1994 – La Serie”, terzo atto del lavoro ideato da Stefano Accorsi per Sky Italia, dedicato agli anni che segnarono la fine della “Prima Repubblica” e l’inizio di un bipolarismo segnato dalla figura di Silvio Berlusconi.

di Nicola Cucchi

Le prime due serie – “1992” e “1993” – andate in onda tra 2015 e 2017 hanno raccontato alcuni dei principali avvenimenti che hanno caratterizzato quegli anni. Le storie personali e politiche dei protagonisti della serie vengono rappresentate a strettissimo contatto con le reali figure storiche di allora seguendo tre linee narrative principali: le indagini di Mani Pulite guidate dal Pool di magistrati di Milano, tramite la figura del collaboratore di Antonio Di Pietro, Luca Pastore; l’ascesa della Lega Nord tramite l’esperienza parlamentare e umana di Pietro Bosco; e soprattutto l’invenzione di Forza Italia, ricostruita seguendo i passi di Leonardo Notte (Stefano Accorsi). Quest’ultimo impersona un pubblicitario che, da stretto collaboratore di Dell’Utri a Publitalia, diventerà ispiratore e spin doctor del nuovo movimento politico guidato da Berlusconi.

Vogliamo soffermarci in particolare su questa terza linea narrativa, perché ci sembra la più ricca di stimoli, utile anche per leggere il nostro presente. Forza Italia è stato infatti un esperimento politico estremamente innovativo, che ha dato uno sviluppo enorme all’utilizzo delle strategie di marketing in politica, oggi dominanti. Come sostiene lo storico G. Gozzini: “L’Italia è l’unico tra i paesi sviluppati dove la neotelevisione diventa nel 1994 un soggetto politico in prima persona.” La capacità del discorso politico berlusconiano d’incidere sulla società e attrarre consensi, insomma, è stata possibile soprattutto grazie alla continue ricerche di mercato sulle opinioni prevalenti condotte dalle agenzie pubblicitarie Fininvest già dagli anni Ottanta.

Volendo soffermarci esclusivamente su questo filone raccontato dalle tre stagione della Serie Tv, iniziamo con una scena esemplificativa di come la strategia pubblicitaria possa produrre proiezioni e stati mentali scollegati dalla realtà. La raccolta pubblicitaria di Publitalia nei primi anni ‘90 era in calo rispetto al decennio precedente, ma la crisi generale che stava attraversando l’economia italiana tra 1992 e 1993 poteva essere un’opportunità per tornare ad accrescere gli introiti pubblicitari, canalizzando in maniera nuova orizzonti e desideri dei telespettatori.

Notte: “Oggi c’è la crisi e la raccolta pubblicitaria è in calo, ma gli anni ‘80 sono uno stato mentale, possono tornare e durare per sempre, dipende solo da noi.”

 

1992: La fine di un ordine

In un sistema politico già in stato di evidente decadimento, le indagini di “Mani Pulite” rappresentarono un potente acceleratore verso il superamento della “Repubblica dei partiti”. In pochi mesi vennero colpiti da indagini, accuse e condanne alcuni tra i principali protagonisti della vita politica italiana, accrescendo in maniera esponenziale nella popolazione il discredito della classe politica e la voglia di voltare pagina.

In questo contesto di crisi e transizione, i consiglieri di Fininvest prendono atto che le indagini stavano via via facendo cadere un intero sistema di potere legato ai partiti. Notte si rende conto che “Mani Pulite” sta avendo un impatto mediatico incredibile legato allo sfogo diffuso del piacere di vedere i potenti in manette. Capisce quindi che la Tv commerciale, assecondando questo impulso, avrebbe aumentato enormemente gli spettatori e quindi gli introiti pubblicitari e nel contempo implicitamente condiviso questa battaglia per la pulizia e il rinnovamento dell’Italia.

Dell’Utri: “Suggerisce quindi di arrenderci all’onda?

Notte: “No, di cavalcarla!

Di fronte al venir meno degli interlocutori politici di prima, Fininvest inizialmente ne cerca di nuovi. In questo frangente la Serie Tv racconta il fallimento di un approccio tentato con Segni, leader del movimento referendario per una nuova legge elettorale maggioritaria. Notte, per costruire una complicità, invita due prostitute alla cena e viene respinto seccamente dall’interlocutore. L’incontro dà l’idea del divario enorme tra una classe politica ancora fedele ad uno stile comportamentale misurato e gli “uomini nuovi” della pubblicità, che esprimono un atteggiamento più sfrenato, certamente più vicino alla nuova sensibilità popolare. Questo comportamento genera uno scontro con Dell’Utri che si conclude con la minaccia di dimissioni di Notte, che non accetta l’eccessiva timidezza della direzione rispetto alle evidenti tendenze culturali.

Notte: “L’elettorato non è moderato, è smodato, arrapato, va dove gli tira l’uccello.”


Il retroscena raccontato in questo video esprime la convinzione dei responsabili dei palinsesti delle Tv commerciali di solleticare gli animal spirits degli italiani; elemento che smonta buona parte della retorica berlusconiana su Forza Italia come “partito dei moderati” e delle famiglie.

 

1993: Il “partito-azienda” diventa realtà

La struttura di Forza Italia si configura come un apparato personale direttamente dipendente da Berlusconi. Riprendiamo le parole del sociologo Marco Maraffi che scriveva già nel 1995: “Nella fase iniziale – autunno 1993 – il primo gruppo di collaboratori proviene per intero dall’interno del gruppo Fininvest, in special modo si tratta di dirigenti di Publitalia guidati da M. Dell’Utri, (…)  un gruppo di persone molto omogeneo sul piano delle esperienze e della formazione culturale, estraneo ai circuiti politico-partitici, giovane e dinamico.

Nella serie tv, l’intuizione di Notte di candidare direttamente Berlusconi viene inizialmente rifiutata, in special modo da Dell’Utri, che lo licenzia. Il manager di Publitalia si scaglia contro la “fuga in avanti” del suo dipendente accusandolo di narcisismo e attaccando la sua provenienza politica giovanile. La storia di Notte è infatti legata ai movimenti degli anni Settanta a Bologna; una storia da cui si è allontanato a causa della morte della sua compagna di allora per overdose da eroina. Lasciando da parte la riflessione sulla storia del personaggio, è invece interessante la lettura che viene proposta da Dell’Utri su quegli anni. “Predicavate la liberazione dal lavoro, il diritto al piacere, ma chi le ha realizzate veramente queste cose? Noi!

Non v’è dubbio infatti che alcune spinte alla liberazione dalle strutture di potere – forse più individuale che collettiva – siano state raccolte e canalizzate verso le nuove forme di consumo dall’apparato ideologico delle Tv commerciali. Come scrive lo storico G. Gozzini: “il capitalismo metabolizza la rivoluzione individualista della baby boom generation e del Sessantotto, riconvertendola in integrazione sociale dettata dai consumi soddisfatti.” Una riflessione su questo processo è necessaria per comprendere le nuove scelte di consumo e di carriera di larghe fette di società, che altrimenti sembrano passate improvvisamente e inspiegabilmente dall’“impegno” al “riflusso”. È la nuova cornice discorsiva della Tv anni Ottanta a traghettare gli italiani verso nuovi orizzonti.

In seguito Notte viene nuovamente coinvolto per le sue capacità e intuizioni. Proprio Dell’Utri, che lo aveva estromesso, ne riconosce i meriti richiamandolo a lavorare al progetto politico, che nel frattempo è stato formalizzato dai pubblicitari. Nel video si vede un manifesto enorme piazzato già all’inizio del 1993 dalle periferie di Milano a Piazza Duomo. Nel manifesto si vede un neonato sorridente con scritto “Fozza Itaja”.

Si tratta di una strategia con cui si vuole suscitare nei passanti/spettatori un desiderio inconscio, una sensazione piacevole verso un prodotto di cui ancora non si conosce la natura. Il ruolo dirompente dell’entrata in politica di Forza Italia è sicuramente rappresentato dalle nuove strategie di marketing pubblicitario applicate in maniera innovativa alla lotta politica. Pensiamo solo al fatto, banale ma determinante, di chiamare il partito “Forza Italia” nell’anno in cui si sarebbero tenuti i mondiali di calcio.

Nel video che segue Berlusconi, durante la cena di fine anno, fa un discorso ai dirigenti Fininvest in cui sostanzialmente annuncia il suo prossimo impegno in politica.

Notte: “Avete sentito dell’ufo avvistato in Romagna?” …. “I giornali ne parlano e intanto ci abituiamo all’idea che prima o poi gli extraterrestri arriveranno.”


Tra 1992 e 1993 non si interrompe la ricerca di nuovi interlocutori politici per Fininvest, soprattutto dopo che Mani Pulite arriva a colpire direttamente Craxi. Fallito l’approccio con Segni, Notte si rivolge a Dell’Utri proponendo un incontro con la Lega. “I democristiani sono finiti, cerchiamo uomini nuovi.” Notte incontra Formentini e propone una coalizione guidata da Berlusconi a livello nazionale.

Notte si rivolge al leghista dicendo: “Lega Nord: chi voterebbe un partito così da Firenze in giù?!

Formentini: “L’Italia da Firenze in giù non ci interessa.”

 

1994 – Gli “uomini nuovi” al governo

Nel 1994 si confrontano nuove coalizioni formate da partiti nuovi, mentre i partiti dell’arco costituzionale sono stati travolti dalle indagini, o costretti a cambiare a causa di epocali passaggi storici. Forza Italia è la cerniera che tiene unite a livello elettorale due diverse coalizioni: al Nord si presenta con la Lega come “Polo della libertà”, al Sud si presenta con Alleanza Nazionale come “Polo del buon governo”.

Proponiamo un video con una ricostruzione giornalistica di Andrea Purgatori su La7.

Tornando alla Serie Tv, la nuova stagione da poco conclusa, dedicata al 1994, si apre con il dibattito tra Berlusconi e Occhetto. L’appuntamento, avvenuto sulle reti Mediaset con la conduzione di Mentana, segna sicuramente un momento centrale della campagna elettorale. Mentre i consiglieri di Berlusconi sono in grado di curare i minimi dettagli – dai contenuti del dibattito, all’atteggiamento da tenere, fino al vestiario – la squadra di Occhetto appare inadeguata. Non va dimenticato in questo senso il ruolo chiave svolto dalle televisioni di proprietà nella propaganda a favore del nuovo polo berlusconiano, incluse le prese di posizione esplicite dei protagonisti della tv, come Mike Bongiorno e Ambra Angiolini.

Poi dalla seconda puntata si salta improvvisamente ai giorni della formazione del governo. Le difficoltà principali si hanno con la Lega, nuova forza politica federalista, che cresce anche grazie alla legge elettorale maggioritaria. I risultati a livello nazionale dei collegi uninominali sono sorprendenti e segnalano una netta divisione geografica dell’Italia, dando a Bossi un grande potere contrattuale nella conduzione del governo.

Non a caso Notte tenta di avvicinare alcuni deputati leghisti, proponendo favori nel caso in cui fossero passati a Forza Italia. Storicamente, infatti, questo fu uno dei principali motivi che portarono la Lega Nord a chiudere quell’esperienza di governo.

Altro fattore di frizione notevole fu la differente visione sul ruolo del pool di “Mani Pulite”. Mentre la Lega restava strettamente legata alla lotta anticorruzione dei magistrati, Forza Italia, sentendo il pericolo di subire indagini per alcune vicende che avevano coinvolto Fininvest, passa al contrattacco con il celebre “Decreto Biondi”, provvedimento che vuole fortemente limitare l’azione dei magistrati.

La serie si conclude con un salto improvviso al 2011, quando Berlusconi è costretto alle dimissioni dal suo ultimo governo a causa dell’attacco speculativo all’Italia che aveva portato lo spread tra Btp e Bund tedeschi oltre i 500 punti.

A nostro avviso un limite ricorrente nel leggere l’ascesa di Berlusconi sulla scena politica italiana sta nell’evidenziare eccessivamente alcuni fattori interni – Mani Pulite e interessi Fininvest – non tenendo conto per nulla dei fattori economico-sociali determinanti per la caduta del sistema di potere precedente e né dei fattori internazionali. In tal senso, è ingenuo pensare che un paese chiave della Nato come l’Italia possa affrontare una simile transizione politica senza che le grandi potenze svolgano un ruolo chiave. Dunque mi sembra utile domandarsi: “Chi ha tratto vantaggio dal superamento delle forze politiche della prima repubblica e dall’apertura di uno scenario bipolare?” Oppure, leggendo la questione da un altro verso, chiedersi: “Di quali forze – nazionali e non – Berlusconi era diventato interlocutore privilegiato nel frangente 1992-94?” La serie purtroppo lascia queste domande senza risposta.

Chiudiamo questa ricostruzione dei fatti di allora, svolta tramite le tre stagioni della serie tv prodotta da Sky, con un cenno sul personaggio di Leonardo Notte. Lasciando da parte la sua storia personale, l’elemento che lo rende affascinante è senz’altro la fiducia nelle intuizioni sulle nuove tendenze culturali, guidata da una grande ambizione a voler raggiungere risultati straordinari. D’altra parte queste caratteristiche sono accompagnate da uno schietto cinismo, che lo conduce più volte a scendere a compromessi beceri pur di raggiungere gli obiettivi che si propone. Al netto però del comportamento amorale assolutamente deprecabile, la sua voglia di sperimentare combinazioni innovative, fidandosi del proprio intuito, si rivela un carattere determinante per affrontare la crisi di sistema con l’ambizione di guidarla.

Questa parte “luminosa”, incorporata da un personaggio per altri versi nichilista, è mancata quasi del tutto alla sinistra italiana post-ottantanove, costretta sempre a rincorrere le iniziative dell’avversario, a difendersi dagli attacchi altrui, in un equilibrio precario tra la ricerca di nuovi riferimenti valoriali e la riaffermazione di un’identità storica indiscutibile. Vale la pena riflettere sull’input “attaccare sempre” che lo stesso Notte consiglia a Berlusconi a margine del dibattito con Occhetto. Al contrario la sinistra è stata troppo ripiegata sulla difesa: “Difendere la Resistenza”, “difendere la Costituzione”, “difendere i diritti acquisiti”; tutte espressioni che rivelano sul piano della comunicazione l’introiezione di un approccio sostanzialmente conservatore. Viceversa, vivere la lotta politica a stretto contatto con i bisogni dei subalterni, in un contesto estremamente dinamico, implica necessariamente una lotta quotidiana per imporre una propria agenda politica in grado di mettere al centro le nuove battaglie e più in generale in grado di proiettarsi in un orizzonte alternativo. Questo atteggiamento esige una grande sensibilità verso con un passato glorioso (non riducibile allo schema vittoria/sconfitta), ma nel contempo richiede sicuramente un grande slancio verso il futuro, fondamentale per aprire nuovi scenari di giustizia globale.