Ecco perchè Legnano era finita nella blacklist della pagina di Salvini

Recentemente molti utenti si sono accorti che il social media manager di Matteo Salvini, ovvero colui che si occupa dei profili Facebook, Instagram e Twitter del Ministro, ha realizzato una Black List di parole che non si possono più utilizzare per interagire col Ministro.

di Andrea Alba

 

Parole e numeri, aggiungiamo noi, perché il famoso numero 49, come i milioni di euro intascati illecitamente dalla Lega e che verranno rimborsati quando probabilmente Luigi Di Maio avrà conseguito il dottorato in Diritto Costituzione, è quello che ha colpito maggiormente i frequentatori delle pagine social del Ministro. Ovviamente molti utenti della rete ci hanno mostrato in questi giorni straordinarie capriole numeriche, somme, moltiplicazioni e addizioni per ricordare ai leghisti e ai soci stellati che abbiamo al governo un partito che ha truffato camera e senato, con tanto di indagine della magistratura.

Ma la cosa più divertente è che in questa Black List compilata da esperti bocconiani della comunicazione e frequentatori delle sagre della porchetta, nonché lautamente retribuiti a spese dei contribuenti come collaboratori del ministro, ci è finita pure la parolina “Legnano”.

Ora è necessario chiarire che la celebre battaglia combattuta nella città lombarda del leggendario quanto fittizio Alberto da Giussano nel XII secolo non ha mai c’entrato una cippa col partito che fu di Bossi e che oggi è guidato da Matteo Salvini; lo hanno sostenuto, scritto e pensato negli ultimi trent’anni e in ordine sparso diversi storici, politologi, abitanti stessi di Legnano e sostenitori di Federico II. Ma i leghisti sono gente semplice e se ne sono sempre fregati degli intellettuali, dei professoroni e di chiunque abbia mai osato interporsi fra loro e quella splendida ed eroica retorica, fatta di elmi con le corna, celhodurismo, ampolle con l’acqua del Po, strilla e soldi pubblici in cui sguazzare alla faccia di Roma Ladrona.

E allora come mai quella parolina è stata bandita dalla Bestia, ovvero quel truce strumento di monitoraggio e propaganda che ha messo in piedi lo spin doctor del leader del carroccio, tale Luca Morisi? Facile facile! L’amministratore della “Bestia” e che ha le sembianze virtuali del ministro si sarà stufato di rispondere alle decine di migliaia di commenti di indignazione verso l’arresto e l’azzeramento della giunta leghista della città lombarda. Il 16 maggio scorso infatti l’assessora ai lavori pubblici del comune lombardo Chiara Lazzarani è finita ai domiciliari per corruzione elettorale, mentre Maurizio Cozzi, vicesindaco, è stato tradotto in carcere. Nelle intercettazioni, oltre a venir fuori il funzionamento delle clientele interne al comune, si faceva pure il nome del Ministro degli Interni e Leader della Lega, nonché mangiatore di fritture e nutella che Dio solo sa come faccia a non avere il colesterolo LDL a 400.

Ovviamente il prefetto ha commissariato il comune, ma prima abbiamo dovuto assistere pure allo stracciamento di vesti di Di Maio nel chiedere con solerzia le dimissioni dell’intera giunta ed è stato uno spettacolo pietoso. E allora via Legnano, nella Blacklist, assieme ai 49 milioni di euro e in compagnia di chissà cos’altro. Ma Salvini e la Lega sono pur sempre il partito del Nord. E allora qualcosa si sarà inceppato, qualche vecchio nostalgico del “Prima il Nord” non l’avrà proprio presa bene. “Volete scherzare? L’unica cosa di realmente leghista che c’è rimasta è quel simbolo, giù le mani da Legnano”, avrà strillato qualcuno.  “In fondo questa regionalizzazione o autonomia differenziata la stiamo tirando troppo per le lunghe”, avranno detto i leghisti della prima ora, i reali aficionados di Alberto da Giussano. E come in tutte le favole che si rispettino, alla fine arriva la soluzione lieta: da domenica 30 giugno è di nuovo possibile riscrivere quella parolina lì. Tanto adesso il cibo da dare in pasto alla Bestia sono i migranti, le Ong, la Sea Watch e la sua eroica Capitana, Carola Rackete.

I fanatici di Alberto da Giussano possono dormire sonni tranquilli, a vegliare su di loro ci sono interi Dicasteri.