Catalogna, le condanne sono una parte del cammino

il Tribunale supremo di Madrid mette la parola fine al capitolo giudiziario della più grave crisi istituzionale degli ultimi 40 anni infliggendo pene fra i 9 e i 13 anni di carcere ai leader separatisti che all’epoca avevano responsabilità di governo. La condanna più dura, 13 anni di carcere, è stata inflitta a Oriol Junqueras, leader carismatico della principale formazione politica indipendentista di sinistra, Esquerra Republicana de Catalunya.

Pubblichiamo la traduzione della sua ultima lettera, ringraziando la giornalista Carla Signorile per la preziosa traduzione.

di Oriol Junqueras

 

Negli ultimi giorni, abbiamo sentito il Presidente del governo chiedere più volte che gli indipendentisti riconoscano di aver fallito. Tanta insistenza mi ha fatto pensare alla massima latina “excusatio non petita, acusatio manifesta”. In altre parole, quando qualcuno deve ripetere così tante volte che un altro ha fallito, è perché questo presunto fallimento non esiste.

Certo, alcuni di noi sono in prigione e la repressione ricade indiscriminatamente su molte persone innocenti. Ma, difficilmente, qualcuno oserebbe dire che Mandela o Gandhi hanno fallito perché sono andati in prigione. Infatti, il carcere, l’esilio e la repressione che subiamo in tutte le sue forme non sono i sintomi del fallimento degli indipendentisti, piuttosto il contrario: mostrano il fallimento di un presunto stato di diritto e di una democrazia immatura e fallita che il signor Pedro Sánchez fa vedere di voler difendere.

Quando regna l’ingiustizia, è normale che persone innocenti rimangano per lungo tempo in carcere e, nel nostro paese e nella mia famiglia in particolare, abbiamo avuto l’occasione di verificarlo più volte. Per questo motivo, prima del referendum del 1° ottobre 2017, ho spesso avvertito che non potevamo escludere la possibilità di essere rinchiusi in prigione. Perché, come ci insegna la storia, a volte la prigione è solo un’altra tappa sulla strada verso la libertà, una tappa per piantare il seme che deve segnare il futuro.

I leader del PSOE (Partito socialista spagnolo ) e del PSC (Partito socialista catalano) – e molte altre persone – sanno perfettamente che siamo innocenti, ma plaudono alla nostra condanna perché pensano che questo protegga i loro interessi e privilegi, e che in questo modo tutto rimarrà uguale e nulla cambierà.

I leader del PSOE e del PSC sanno che alcuni di noi fanno parte di un partito con 88 anni di storia e nessun caso di corruzione. Un fatto che ci dà ancora più legittimità e una morale sufficiente per esigere un cambiamento dall’alto verso il basso nel modo di fare le cose, di distribuire le sovranità.

I leader del PSOE e del PSC sanno che abbiamo fatto in modo che ci siano più insegnanti e professori che in qualsiasi altro momento della storia, mentre loro hanno fatto parte di governi che hanno mandato in disoccupazione più lavoratori che tutti gli altri Stati europei messi insieme.

I leader del PSOE e del PSC ci chiedono di condannare la violenza che abbiamo sempre condannato (condanniamo e condanneremo), mentre rimangono in silenzio di fronte alla violenza della polizia contro gli elettori del 1° ottobre 2017.

Mi sembra che oggi sia un giorno buono come un altro per ricordare queste ovvie verità. E’ anche un’ottima giornata per guardare avanti. Ricordare che, nonostante tutto questo, siamo ancora seduti al tavolo del dialogo perché siamo sempre disposti a dialogare, anche se la sedia di fronte è sempre stata vuota. Sempre. E rimaniamo seduti perché sappiamo che il dialogo è e sarà uno strumento indispensabile per lavorare per un futuro migliore per la nostra società, un futuro che è e sarà sempre più importante della situazione personale di tutti noi.

Tutti coloro che vogliono e ritengono che la risoluzione dell’attuale conflitto politico passi e passerà in gran parte attraverso un dialogo sincero possono votare per Erc (Esquerra Republica, il partito presieduto da Junqueras, ndt). A differenza di ERC, il PSOE negozierà solo se si vedrà in assoluta necessità, se non avrà altra scelta. Pertanto, finché si sentirà forte, il PSOE preferirà salvare (i suoi) interessi facendo un patto con la destra spagnola.

Stasera, mentre i leader socialisti faranno elenchi per ripartirsi i posti dei ministeri, i figli di molte persone innocenti continueranno ad aspettare che i loro genitori tornino a casa. Sono convinto che, per coloro che pensano ai figli di tutte le famiglie di questo paese, Erc sia la migliore garanzia di fare le cose in modo diverso, sempre sotto la bandiera dell’onestà e del rispetto reciproco. E che nessuno abbia dubbi al riguardo, metteremo sul tavolo il tema dell’amnistia e dell’autodeterminazione, perché non rinunceremo mai a nessuno dei nostri obiettivi, indipendentemente dalla repressione che vogliono esercitare su di noi.

Per tutte queste ragioni, in queste ore difficili, continuiamo con la mano tesa come sempre e con lo spirito più sereno che mai nell’ora di dialogare con tutti. Tutti sanno che siamo più indipendentisti di chiunque altro, siamo stati così per tutta la vita, e allo stesso tempo i più aperti al dialogo di qualsiasi altra controparte. Una combinazione vincente che ci farà avanzare verso la vittoria definitiva.

Dalla cella di Lledoners, con l’anima piena di orgoglio per la strada che abbiamo percorso e di speranza per il cammino ancora da fare, vi chiedo coraggio, perseveranza e dignità. Noi siamo quelli che non si stancano mai, quelli che non si arrendono mai, quelli che non desistono mai. Qualsiasi cosa accada, noi persevereremo, perché se lo facciamo, vinceremo!

Saluti, libertà e Repubblica!

 

Articolo in lingua originale:  https://www.elnacional.cat/ca/opinio/oriol-junqueras-part-cami_429437_102.html