Il Consiglio direttivo dei governatori delle banche centrali europee ha approvato ieri, ad ampia maggioranza, l’aumento della dotazione del Programma di acquisto per le emergenze pandemiche (Pepp) di 600 miliardi di euro, raggiungendo la somma complessiva di 1.350 miliardi.
Con questa decisione la Bce disattende totalmente ciò che la Corte costituzionale tedesca pretende dalla Bundesbank e che, in caso di mancato rispetto, comporta l’uscita dai piani di riacquisto della Bce da parte della banca centrale tedesca.
La durata delle operazioni di acquisto è stata estesa fino alla metà del 2021, e durerà finché «la fase critica legata al coronavirus» sarà conclusa. Con questo denaro il costo del debito pubblico dei paesi europei colpiti dall’emergenza sanitaria ed economica è diventato sostenibile, così come gli spread. Il differenziale Btp-Bund è calato a 171 punti base, il tasso sul decennale del Tesoro all’1,37%.
La decisione della Banca Centrale europea, una vera e propria boccata d’ossigeno per le economie del vecchio continente, rappresenta anche uno strappo senza precedenti con la Germania e i suoi “paesi satellite”, che evidentemente sono stati messi in minoranza nel board, e al contempo segna un’importante vittoria per Parigi.
Rimane ora da attendere la reazione di Berlino che come accennato, se volesse tener fede alla sentenza della propria Corte costituzionale, dovrebbe sottrarsi da questo piano.