Macedonia del Nord, la sinistra entra in parlamento e scardina il bipolarismo

C’è una novità politica nella Macedonia del Nord, dove si sono tenute le elezioni politiche lo scorso 15 luglio, ed è rappresentata dall’ingresso in parlamento di una forza di sinistra, di orientamento socialista ed ecologista, che potrebbe mettere in crisi il tradizionale bipolarismo.

di Adriano Manna

Le elezioni politiche nella Macedonia del Nord hanno evidenziato una tenuta complessiva dei maggiori partiti politici del paese, ma ad uscirne indebolito è il sistema bipolare, che da oggi dovrà tener conto della decisiva presenza della minoranza albanese e dell’affermazione di una nuova forza a sinistra dei socialdemocratici.

La coalizione governativa uscente “Noi possiamo” si è presentata con una lista unitaria che ha raccolto il 36% dei voti, e pur subendo un calo rispetto alle elezioni del 2016 si è attestata comunque come prima forza del paese. Questa lista, composta da SDSM (Unione Socialdemocratica di Macedonia), dal Partito Democratico Turco e da BESA (Lëvizja Besa – Movimento “Besa”) e centrata, come asse della coalizione, intorno al SDSM, esprime l’ex capo del governo Zoran Zaev, alla caccia di una riconferma.

La coalizione per il “Rinnovamento per la Macedonia”, centrata intorno al partito, già all’opposizione, del VMRO-DPMNE (Vnatrešna Makedonska Revolucionerna Organizacija alias Organizzazione Rivoluzionaria della Macedonia Interna – Partito Democratico dell’Unità Nazionale Macedone) di Hristijan Mickoski, ha sfiorato il 35%, anche in questo caso in calo rispetto alle precedenti elezioni, quando la destra macedone aveva raggiunto il 39%.

La novità è che nessuna delle due coalizioni avrà i numeri per governare in autonomia, pertanto il vero ago della bilancia saranno i partiti della minoranza albanese:  il DUI (Demokratska Unija za Integracija – Unione Democratica per l’Integrazione), che ha superato l’11% dei voti e accreditato a 15 seggi in parlamento, oltre all’AA (Alijanca za Albantsite – Alleanza per gli Albanesi) che sfiora il 9% delle preferenze ed è accreditato di 12 seggi.

Ma la vera sorpresa è l’ingresso in parlamento di “Levica” (La Sinistra), una formazione di stampo eco-socialista fondata nel 2015 da Dimitar Apasiev, professore di diritto presso l’Università “Goce Delčev” di Štip ed attuale leader. La forza di sinistra è il frutto della fusione tra il partito comunista di Macedonia, il Movimento solidarietà e il Movimento per la giustizia sociale “Lenka”.

Levica, che nel 2016 (poco dopo la sua nascita) aveva raccolto appena l’1,1% dei voti, ha visto in quest’occasione accrescere sensibilmente il suo consenso, raccogliendo il 4,2% ed eleggendo i suoi primi due deputati, secondo le proiezioni. Un risultato che sembra premiare una campagna elettorale incentrata principalmente sui temi del superamento delle barriere e delle tensioni inter-etniche (questione aperta nella società macedone), il sostegno a sanità ed istruzione gratuite e la sospensione dei negoziati di adesione del Paese alla NATO.