Si tratta dell’espressione più in voga delle ultime settimane. Il web ne è pieno, i social non ne parliamo e mentre questo articolo verrà pubblicato, in gran parte del mondo occidentale avranno stampato questa scritta su migliaia di t-shirt e tazze. Ma che diavolo vorrà dire l’espressione ok boomer e perché si è diffusa così rapidamente?
di Andrea Alba
Per andare alla radice semantica di questa frase anglofona bisogna avventurarsi in quella terra bislacca che è la Nuova Zelanda, attraversare l’Oceano Pacifico e trovarsi finalmente a Wellington. Una volta raggiunta la capitale dello Stato, fingiamo per un attimo di poterci introdurre all’interno del Parlamento neozelandese e poter tornare indietro di qualche giorno. Sì, perché l’espressione è venuta fuori proprio da un luogo così istituzionale, per poi diventare virale e ritrovarcela scritta dappertutto, specie come commento sui social network. A pronunciarla è stata la deputata del Green Party Chlöe Charlotte Swarbrick, una giovane politica che alla tenera età di venticinque anni, oltre a essere deputata mentre noi c’abbiamo Di Maio, Renzi e Salvini, ha tenuto pochi giorni fa un discorso sul cambiamento climatico. Lei ce la stava mettendo tutta per far capire al suo Paese l’importanza di scelte politiche che tengano conto del futuro ambientale, dell’importanza dei cambiamenti climatici, dell’eco-compatibilità, finché non la interrompe più volte Todd Muller, deputato nel New Zealand National Party. La deputata verde non si scompone e continua il suo discorso, solerte e capace come solo una millennials sa essere. Ecco che Todd Muller insiste, la interrompe ancora una volta, proprio mentre lei sta argomentando a proposito delle emissioni nel suo Paese e delle possibili soluzioni. Anche una deputata verde, pacifista e queer a un certo punto perde la pazienza e decide di pronunciare la frase cult della settimana, rivolgendosi al deputato di destra con l’ormai celebre: “Ok, boomer!”
Qualche parlamentare se la ride, qualcun altro non capisce e la deputata finisce il suo intervento. In poche ore il video raggiunge milioni di visualizzazioni e l’hashtag ok, boomer scala le classifiche dei social network, imponendosi come trend topic.
Vabbè, a questo punto non possiamo più girarci tanto intorno. Vediamo che vuol dire questa espressione. Boomer è un’espressione che afferisce alla sociologia e di solito si usa per definire quelle persone nate tra la fine della seconda guerra mondiale e la seconda metà degli anni sessanta, cioè coloro i quali hanno usufruito, a loro vantaggio, del cosiddetto boom economico. I Todd Muller di tutto l’occidente, insomma, quelli che minimizzano a proposito di scelte politiche a lungo termine, che ridicolizzano i millennials e le loro legittime preoccupazioni per il clima e le questioni ambientali.
Ok, dai, ora torna a nanna. Rilassati, togliti pure dalle scatole, sciacqua la tua dentiera e torna a prendertela con gli immigrati, a odiarci, a prendertela coi nostri diritti. Questo il senso della frase pronunciata dalla deputata e rivolta al suo disturbatore e oppositore politico. Una frase che faremmo bene a pronunciare, con un ghigno stampato in faccia, a tutti quelli che minimizzano o addirittura negano quanto succede in termini di cambiamenti climatici, che si fanno beffa delle preoccupazioni della nostra generazione per la precarietà e il senso di inadeguatezza dei nati tra gli anni ’80 e gli anni zero del nuovo millennio. Ma si tratta anche di una frase che esprime un senso profondo di incomunicabilità, di rottura generazionale, di impossibilità a comprendersi, a condividere interessi, linguaggi e immaginari. I vecchi e i giovani, insomma. È come se domani emergesse da questo mare di fango in cui tristemente sguazziamo un movimento nuovo, capace di fronteggiare sovranisti, negazionisti climatici e boomer a vario titolo, mentre vecchi arnesi della burocrazia volessero catturarli con le loro reti arrugginite e sgualcite. In quel caso i docili pesciolini dovrebbero rispondere col celebre epiteto e continuare a nuotare, liberi ancora una volta di solcare il mare.
«Una cosa è triste, cari miei: aver capito il gioco! Dico il gioco di questo demoniaccio beffardo che ciascuno di noi ha dentro e che si spassa a rappresentarci di fuori, come realtà, ciò che poco dopo egli stesso ci scopre come una nostra illusione, deridendoci degli affanni che per essa ci siamo dati, e deridendoci anche, come avviene a me, del non averci saputo illudere, poiché fuori di queste illusioni non c’è più altra realtà[1]»
Video della parlamentare
[1] I vecchi e i giovani, Luigi Pirandello.